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Sviluppo dell'operatività

 ANTONELLA SALVA'

1.I termini "classico" e "classicismo", derivano dal latino "classicus", indicano la prima classe di cittadini i quali a Roma venivano divisi per censo; l’accezione originaria implica pertanto una distinzione per una superiorità sociale, morale e intellettuale. Il termine "classico" fu usato per la prima volta da un erudito latino del secondo secolo d.C., Aulo Gellio, con il significato di autore eccellente, "esemplare". "Classicus" equivaleva quindi a "di prima classe", "di prima qualità"; in senso traslato indicava quegli scrittori dell’età aurea augustea degni, per la loro importanza e per i risultati di alta elaborazione formale da essi raggiunti, di essere presi a modello. Ma le nozioni di classico e classicismo hanno una più ampia estensione. Con il primo termine si fa di solito riferimento all’intera cultura antica, greca e latina; con il secondo si intende il culto di questa cultura nei suoi più vari aspetti.Più specificatamente classicismo è ogni atteggiamento di fedeltà ai grandi classici antichi, cioè un fenomeno culturale, o momento storico, che trae origine dai modelli "classici" in quanto "esemplari".
In linea di massima, il richiamo ai classici antichi, sviluppatosi soprattutto nel periodo umanistico-rinascimentale, si è arricchito di una ideologia della misura, dell’equilibrio, nella ricerca di chiarezza, nitidezza, razionalità espressiva. Ma le diversità delle situazioni presentatesi nel tempo sconsiglia generalizzazioni sommarie: quindi "classico", più che come indicazione di certe modalità formali riferite alla letteratura greco-latina (quanto è dotato di armonico e razionale equilibrio), va preso come indicazione di una continuità di culture e di gusto.In generale, quindi, con il termine classicismo ci riferiamo principalmente all’imitazione di modelli antichi (il principio dell’imitatio). 
2.Durante l’età napoleonica si sviluppò in Europa, e particolarmente in Italia, un movimento artistico che vien detto “Neoclassicismo” perché si ispira all’arte antica dei Greci e dei Romani. L’affermazione di questo movimento deve molto al rinnovato interesse per gli studi archeologici e all’entusiasmo suscitato dal ritrovamento di preziose opere d’arte affiorate durante gli scavi di Ercolano, di Pompei, di Paestum e del Lazio. Ma anche al favore di Napoleone Bonaparte, fervido ammiratore della grandezza di Roma, fino a considerarsi l’erede naturale di quella grandezza e ad affermare: “Io sono un imperatore romano; sono della migliore stirpe dei Cesari, stirpe di creatori di opere, di plasmatori di uomini”. E proprio per devoto riguardo al sommo imperatore, il nuovo gusto sconfinò dal terreno propriamente dell’arte in quello della vita civile, riflettendosi nella foggia degli abiti, nelle acconciature dei capelli, nello stile dei mobili, ecc. La poetica del Neoclassicismo era stata delineata dall’archeologo tedesco Giovanni Gioacchino Winckelmann (1717-1768), autore di una “Storia dell’arte dell’antichità” e prefetto della Vaticana, ed era stata poi approfondita dal pittore boemo Raffaello Mengs (1728-1779), direttore dell’Accademia di Pittura di Roma. La loro teoria si estese ben presto dalle arti figurative alla letteratura. Secondo il Winckelmann gli artisti antichi, greci e latini, avevano realizzato il “bello ideale”, consistente in un’armonica fusione di linee e di volumi che, pur utilizzando gli elementi presenti nella Natura, non rappresentassero nessun aspetto particolare e definito della Natura stessa e si librassero invece, fuori del tempo e dello spazio reali, nella sfera platonica delle “pure idee”. Condizione essenziale per realizzare tale arte sarebbe stata la “calma interiore”, l’assoluta libertà dello spirito da ogni passione o interesse terreni: condizione, questa, che dogmaticamente si attribuiva come congenita soprattutto al mondo ellenico. Da questa teoria derivava la nozione che, per voler riproporre l’arte classica, fosse necessario liberarsi da tutti i problemi terreni e collocarsi al di fuori del tempo e dello spazio.

3.Il movimento poetico dello Sturm und drang (tempesta e impeto), deriva il suo nome dall'espressione spregiativa usata da un critico, C. Kaufmann, per ribattezzare così un dramma del 1776 di Friedrich Klinger, che in realtà si intitolava "Caos" (Wirrwarr). Il movimento, più che per gli effettivi risultati poetici importa per il grande impulso che diede alla cultura europea (tramite la mediazione di M.me de Staë l), per il nuovo corso dato alla produzione nazionale tedesca, e per lo stimolo esercitato a due intellettuali del calibro di J.W. Goethe e di Schiller.
Il movimento fiorì tra il 1770 e il 1785. Lo si può far risalire all'incontro tra Goethe e Herder a Strasburgo nel 1770. Goethe fu la personalità di gran lunga dominante, anche se poi passò oltre quell'esperienza, per raggiungere altre e più importanti mete.
Sinonimo di titanismo e di ribellione giovanile, da un cenacolo di giovani "geniali", quasi tutti amici di Goethe, nacque una tendenza rinnovatrice che ebbe immediatamente un forte carattere di rivolta contro le condizioni politiche e sociali della Germania, divisa tra i piccoli principati assolutistici che reprimevano ogni opposizione politica attiva. In opposizione al razionalismo illuminista e riallacciandosi al pensiero di Rousseau, al pietismo, alla rivalutazione del sentimento e della libera fantasia (dallo svizzero Haller agli inglesi: Shaftesbury e i "sepolcrali"), a Klopstock, alla polemica contro il teatro francese di Lessing, lo sturm-und-drang si presenta già negli scritti teorici di Hamann e di Herder, come appello al primigenio spirito tedesco, rifiuto del classicismo francese, riscoperta delle forze della natura intese come manifestazione della divinità . Motivo dominante fu l'esaltazione dell'istintività , della passionalità , della rottura delle convenzioni. Modelli ideali le personalità fortemente individualiste, insofferenti di ogni costrizione, titaniche e geniali.
L'ancien régime fu l'insieme delle istituzioni politiche, giuridiche, economiche e sociali caratteristiche di gran parte dell'Europa tra il 16° e il 18° secolo. L'espressione a.r. ricorre nella pubblicistica e nella letteratura politica fin dai primi anni della Rivoluzione francese, con riferimento al regime monarchico assoluto fino ad allora dominante in Francia. In tali contesti essa esprimeva la consapevolezza che i protagonisti della rivoluzione ebbero della grandiosa novità della loro impresa. Durante la Restaurazione furono considerati uomini dell'a.r. i conservatori più rigidi, i reazionari avversari del liberalismo della prima metà dell'Ottocento.

GIADA GIUFFRIDA
  1. Nella storia della cultura il termine "classicismo" indica, in senso stretto, lo studio,l'ammirazione e l'imitazione della
cultura antica, greca e romana, considerata perfetta, modello di tutte le altre. In senso largo, il termine indica il culto degli scrittori più grandi di ogni nazione, che appunto per la loro grandezza, sono considerati scrittori classici, perfetti nel loro genere. 
Con il termine Neoclassicismo si vuole definire un particolare momento storico del classicismo, e precisamente il periodo compreso fra la seconda metà del XVIII secolo e i primi decenni del XIX secolo, e cioè dallo scoppio della Rivoluzione francese alla caduta di Napoleone Bonaparte (1815-16), all'inizio della Restaurazione e, nel nostro paese, al sorgere della polemica fra classicisti e romantici, e che viene comunemente chiamato appunto, neoclassico. 
Winckelmann ad aver teorizzato una dottrina autonoma e originale del Neoclassicismo. 
Il Winckelmann, convinto che gli antichi, e soprattutto i greci, avevano raggiunto la perfezione artistica, e attratto maggiormente dalla scultura, ritenne necessario un ritorno a quella grandezza, da imitare per la sua bellezza spesso priva di una connotazione realistica-naturalistica, bensì astratta, razionale, olimpica, metafisica, assoluta.
Molti artisti del periodo si sono riconosciuti pienamente in tale corrente, e secondo i suoi canoni, poi ulteriormente sviluppati da teorici quali Mengs e Lessing, hanno realizzato grandi capolavori: in Italia ad esempio, nell'ambito della letteratura, la diffusione del Neoclassicismo fu agevolata dagli
scavi archeologici di Pompei ed Ercolano (1738-'65), che entusiasmarono e ispirarono anche poeti e scrittori al di fuori di tale corrente artistica. 
2- Le teorie di Winckelmann fornirono all’estetica neoclassica i principi fondamentali: l’arte e la letteratura devono mirare al bello ideale, cioè trasfigurare la realtà contingente in forme perfette, in cui non vi sia nullo di eccessivo, scomposto o grezzo, e in cui il calore delle passioni e dei sentimenti si sublimi in un’armonia pacata di linee, di forme, di suoni. 
3- Lo Sturm und Drang costituisce un preannuncio del futuro Romanticismo.Lo «Sturm und Drang» (Tempesta e assalto), si sviluppò in Germania fra il 1770 e il 1785, nel principale manifesto, uscito a Strasburgo nel 1773 (Intorno al carattere e all’arte dei tedeschi), la poesia naturale e il genio del popolo vengono contrapposti alla poesia classica e alla “poesia d’arte”, esaltando concetti come “cuore”, “genio”, “natura”, “spontaneità” e indicando in Shakespeare il maestro di tale tipo di poesia. I punti fondamentali della poetica dello «Sturm und Drang» sono i seguenti: 1) al centro della poesia e del dramma (che è la forma d’arte preferita) deve essere posto il sentimento della natura, vissuta come forza immane, grandiosa, possente che sconvolge l’anima dell’uomo e vive all’unisono con essa (la natura, insomma, è vissuta come fonte del sublime); 2) l’arte deve esprimere un senso fortissimo della nazione tedesca e quindi deve incarnare lo spirito patriottico; 3) la figura dell’artista è identificata con quella del genio creatore, con il conseguente individualismo e titanismo: l’arte nasce dalle forze istintive dell’individuo, non rispetta canoni o regole, ma obbedisce soltanto alla forza smisurata dei sentimenti. Lo «Sturm und Drang» ebbe una notevole importanza storica: segna la crisi del Neoclassicismo e getta infatti le premesse delle teorizzazioni del Romanticismo. Infatti la concezione della natura del primo Romanticismo è chiaramente mutuata dallo Sturm und Drang, ed è quella concezione che vede la natura come luogo utopico.
5- Il Cristianesimo ha introdotto il senso di distacco da una totalità originaria, dell’umano dal divino, del finito dall’infinito, per cui il termine “romantico” viene usato a designare uno stato d’animo di nostalgia per ciò che è lontano, indefinito, sconosciuto, di tensione verso l’infinito.Sono questi i caratteri dell’idealismo, che propone il superamento del dualismo kantiano, con l'unificazione del soggetto e dell'oggetto nell'immagine di Dio, che è al tempo stesso si autocrea e autodistingue.
6- Il romanticismo nasce in Germania e in Inghilterra alla fine del Settecento e influenza in modo decisivo la civiltà occidentale nel corso dell’Ottocento, coinvolgendo non solo la letteratura, ma anche le arti figurative, la musica, l’immaginario collettivo, nonché aspetti della vita quotidiana e del costume. Fra i temi più significativi del Romanticismo vi furono: - contrasto io-mondo, che implica la condizione di estraneità dell’artista rispetto al mondo moderno e produce un forte individualismo, che si esprime diversamente: dal ribellismo e dal titanismo di alcuni preromantici, al soggettivismo del “canto” lirico di Leopardi;  – il nuovo rapporto con la natura, considerata una fuga dal limite della propria condizione, per entrare in rapporto con il “tutto” che lo circonda; - il culto della storia, concepita come un continuo divenire. Esso si associa alla riscoperta delle tradizioni popolari e dell’identità dei popoli, affiancando alla politica la lotta per la loro libertà.– un altro grande tema e quello dell’ arte. Né il sentimento né la religione della natura possono appagare l’ansia di libertà e di infinito insite nell’uomo. Il mondo dell’arte è sentito come l’unico nel quale l’individuo può appagare questa su ansia, creando una realtà nuova, fuori del tempo e dello spazio. Ne deriva il rifiuto del principio d’imitazione e, quindi, dei modelli, delle regole e dei generi. L’arte, considerata espressione individuale libera e irripetibile, richiede originalità, spontaneità e autenticità. È manifestazione del genio.
7- “ La natura è un mostro il quale eternamente divora” tratto da “ I dolori del giovane Werther”.    In questa lettera la passione d’amore che travolge e affligge Werther diventa strumento di conoscenza che gli rivela due volti della natura.La passione lo aveva spinto a vedere la natura come un paradiso che lo innalza a Dio; viene associata a un “caldo e pieno sentimento” e, descritta attraverso immagini radiose, rasserenanti. Fra uomo e natura si stabilisce un rapporto di armonia, serenità, energia. Invece la delusione lo porta a riconoscere la natura in un aspetto terribile e in ogni suo fenomeno la traccia della morte. Una forza disgregatrice muove il mondo e fa in modo che ogni vivente non possa evitare di produrre morte, fin quando egli stesso non ne sia vittima. Perciò la natura, alla fine, assume i tratti di “un mostro il quale eternamente divora, eternamente rumina”.

CONCETTA RUSSO
Il termine classico indica l’intera cultura antica,sia greca che latina. Invece il termine classicismo indica lo studio, l’ammirazione e l'imitazione della cultura antica, che era considerata perfetta e rappresentava il modello di tutte le altre.  Il neoclassicismo indica il movimento culturale che si è sviluppato in Europa e in America a fine del ‘700. In questo periodo il classicismo rinasce grazie alle scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano. Vi è un apprezzamento per la classicità unita allo spirito moderno e proprio per questo prende il nome di neoclassicismo.

I principi sui quali si fonda il Neoclassicismo furono formulati dall’archeologo tedesco Winckelmann. Secondo egli il bello artistico non si raggiunge riproducendo il bello naturale, ma realizzando una sintesi superore dei singoli aspetti belli presenti in natura. Egli teorizzò il concetto di bellezza ideale, che è una sintesi perfetta di umano e divino, dove vi è il dominio delle passioni e l’armonia interiore.

Lo Sturm und Drang (tempesta e impeto) è un movimento che si sviluppò in Germania fra il 1770 e il 1785 con il poeta Herder in opposizione al classicismo francese. La caratteristica primaria di questo movimento è la riscoperta della natura intesa come forza creatrice. La natura è la fonte del sublime che l’artista coglie grazie al suo genio. Uno degli esponenti principali dello Sturm und Drang è Goethe.

L’espressione ancien regime  fu coniata dai rivoluzionari francesi per connotare in senso negativo il sistema politico e socioeconomico della Francia pre-rivoluzionaria, contrapponendolo al “nuovo” regime nato con la rivoluzione. La definizione di ancien regime fu estesa poi all'intera società europea dei secc. XVI-XVIII. L’ ancien regime indica una forma di Stato, lo “Stato monarchico assoluto”, basato sulla concezione del potere sovrano per diritto divino: nel re sono concentrati i tre poteri fondamentali (legislativo, esecutivo, giudiziario). Il re, per quanto assoluto, governa insieme con dei collaboratori riuniti nel Consiglio del re, da cui via via si delineano altri organi fino alla periferia del regno.

L’ affermazione la natura è un mostro il quale eternamente divora si trova nell’opera I dolori del giovane Werther di Goethe.  L’autore in questo brano presenta la natura in due modi. Nella prima parte è descritta in modo positivo, tra l’uomo e la natura si stabilisce un rapporto di armonia. L’uomo ne coglie la bellezza e si produce in lui un effetto di una sublime elevazione. Nella seconda parte invece la natura è descritta in modo negativo e assume un volto terribile. La morte si annida in essa, penetra nelle sue manifestazioni. Il senso di armonia lascia il posto a immagini di distruzione. La natura a poco a poco divora e distrugge tutto.