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lunedì 29 ottobre 2012

Scritture


Il tema della violenza contro le donne è ancora oggi drammaticamente attuale:che cosa , però,ti pare che sia cambiato dall'età di Dante? Partendo dai documenti (fotocopie) , scrivi un breve saggio su questo tema.

Rosaria Lo Pò

La brutalità che fa dell’uomo una belva, è in crescita e si va sperimentando quotidianamente: omicidi , rapine, stupri, sequestri di persona e  varie forme di nazismo e razzismo , che suonano come insulto alle più  elementari forme di vita civile, in una società  che di civile porta soltanto il nome. La figura della belva è identificata nella maggior parte dei casi in quella maschile , quando la vediamo artefice di una violenza che sconvolge, non in casi rari, la vita di una donna. Veicolo molto potente della violenza è la televisione, il che è provato: se in televisione viene trasmessa l’immagine di una violenza, subito aumentano i casi che la vogliono protagonista. Infatti l’immagine si associa per via mnemonica e semantica, e di conseguenza evoca altra violenza. Il mondo femminile si è sempre ritrovato a lottare per abolire una società che dispone dell’esaltazione del mondo maschile a danno del gentile sesso. Nella società patriarcale e maschilista del Medioevo , da una parte la donna veniva considerata come un soggetto da custodire , da allontanare dalla vita pubblica e da relegare nello spazio chiuso delle mura domestiche o di quelle del convento; dall’altra parte , la donna, poiché segnata dal peccato di Eva , era considerata potenzialmente pericolosa e per questo doveva essere controllata, sorvegliata ed eventualmente segregata. Una delle prime sostenitrici dell'emancipazione femminile fu  Olympe de Gouges (che, con la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina del 1791, dedicato a Maria Antonietta) pose la società a lei contemporanea di fronte al ruolo negato nello spazio pubblico alle donne:era giunta l’ora di effettuare una rivoluzione nei modi di vivere delle donne – era giunta l’ora di restituirle la dignità perduta - e di far sì che esse, in quanto parte della specie umana, operino riformando se stesse per riformare il mondo. E questo fu solo l’inizio di una “guerra” che si protrasse nei secoli e la donna “intraprendente” fu il suo frutto: hanno dimostrato di non voler essere un corpo a disposizione di altri, hanno sfondato quel muro che le privava della propria libertà prefissandosi degli obiettivi che in passato vennero derisi , perché provenienti da una volontà femminile. Il dominio sul corpo della donna , ahimè, non è venuto mai meno. Nonostante, nel XXI secolo, la donna ricopra ruoli decisivi ponendosi a capo di diverse istituzioni , quello che fa paura è come venga ancora sovrastata in extremis dalla mentalità preclusa e longeva di un padre, di un marito , di un figlio “uomini poi, a mal più ch’a ben usi”. La violenza che le viene esercitata è alimentata dai valori della forza, della competitività, dell’aggressività, che hanno sostituito i valori della democrazia , dell’uguaglianza e del rispetto. E proprio ai giorni nostri, si parla di “femminicidio” una furia che se non sconvolge addirittura uccide: 101 sono i volti ormai svaniti delle donne vittime di abusi , di stalking conclusisi in tragedia. I quotidiani vengono bombardati costantemente da articoli di cronaca riportanti omicidi di donne che decidono di interrompere il rapporto coniugale perché stanche di sottostare a un comportamento ossessivo e possessivo e per questo vengono punite con del cherosene gettato addosso tramite un annaffiatoio e date a fuoco ; ragazze provenienti da paesi orientali affascinate dalle usanze occidentali capiscono di essere cresciute con degli ideali, dei valori che in realtà non sono mai stati loro e vengono picchiate, bastonate fino alla morte, perché “Lei” non è nessuno per decidere cosa volere; bambine che subiscono l’atroce violenza dalla persona che non potranno chiamare “Papà”, perché un Papà e, prima ancora un Uomo non è capace di un simile oltraggio. Nel mondo , ogni 8 minuti , viene uccisa una donna – è emerso da un’indagine relativa al 2003- l’Italia è al 34esimo posto su 40, con 6,57 assassini per milione. Nel 2005 si è registrato in Italia un omicidio in famiglia ogni 2 giorni e in 7casi su 10 la vittima è una donna. La violenza domestica ,a livello mondiale, occupa la prima posizione riguardante le cause di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni: “il marito , il fidanzato l’amante a volte anche i figli, uccidono più del cancro, degli incidenti stradali e delle guerre.”E’ necessario ,pertanto, rifondare la morale della propria soggettività e diventare davvero una società moderna vivendo alla grande l’esperienza della maturazione collettiva.


Giuseppe Samperi

In un momento come questo, in cui una donna  ha molta difficoltà a riconoscersi nell’immagine femminile offerta dai media (almeno in Italia), l’atteggiamento di Dante nei confronti di Beatrice rappresenta davvero uno spiraglio di luce. Come si diceva sopra, Beatrice è una figura positiva e salvifica; accorgendosi dello stato di traviamento in cui si trova Dante  è scesa nel Limbo per mandare Virgilio in suo soccorso, l’ha atteso nel Paradiso Terrestre e, dopo avergli rimproverato i suoi errori, l’ha guidato verso la salvezza. Non si intende qui discutere il problema della condizione femminile o forzare la posizione di Dante sugli schemi che ci sono familiari della parità tra uomo e donna, è tuttavia innegabile che dalla sua opera emerge un atteggiamento nei confronti del gentil sesso diverso da quello più diffuso suoi tempi. Da un lato è vero che apprezzava le donne virtuose in senso tradizionale, quelle che vegliano “ allo studio della culla” o  che si vestono e si ornano in modo modesto. E’ anche vero però che per Dante la donna non è relegata unicamente nella sfera della famiglia, dell’amore e della sensualità, ma può partecipare anche alla vita “filosofica” e culturale di uno stato. Tra i motivi che rendono attuale la visione dantesca della donna ce n’è  anche uno tragico; Dante manifesta infatti anche una grande sensibilità nei confronti di coloro che sono state vittima della violenza maschile. Dante tratta questo argomento con estrema delicatezza,  confermando in alcuni celebri passaggi del poema, il fatto che la condizione delle donne le esponeva all’abuso anche quando non violavano alcuna regola.  Utilizzate come merce di scambio in alleanze matrimoniali che certamente le penalizzavano più dei mariti,  obbligate a sposare uomini più anziani,  spesso violenti e desiderosi  soltanto di impadronirsi della dote, disposti a sbarazzarsi di loro quando non servivano più o addirittura rapite dal convento in cui erano entrate di loro spontanea volontà per essere costrette al matrimonio, le donne erano private del diritto di scegliere autonomamente il loro destino. Infatti le figure di Costanza d’Altavilla e Piccarda Donati  rivelano, senza necessità di molte parole, la sofferenza dell’”altra metà del cielo” e  Dante ne rivela la tragedia umana  tratteggiandole con  versi straordinariamente efficaci ( ad esempio : Uomini poi, a mal più ch’a bene usi, fuor mi rapiron de la dolce chiostra: Iddio si sa qual poi mia vita fusi. (Pd. III, 106-108).
Leggendo la cronaca si noterà che questi episodi sono ancora numerosi e confermano il fatto che la violenza contro le donne viene commessa molto spesso all’interno della famiglia dove spesso resta impunita oggi come allora. E’ importante sottolineare  il ruolo della letteratura nel miglioramento della condizione femminile: da semplici fruitici  di testi scritti dagli uomini , le donne hanno iniziato a scrivere,  superando grandi difficoltà tra le quali le scarse opportunità di accesso agli studi e la mancanza di spazio e tempo per scrivere, così facendo la donna soprattutto negli ultimi due secoli si è dotata  di una voce che prima non aveva  se non in misura molto limitata. 
Un’ultima considerazione riguarda il confronto fra l’immagine della donna che emerge dalla Divina Commedia e quella che ci viene imposta dai media. Come si diceva all’inizio del paragrafo, è singolare il fatto che il medioevale Dante sia  riuscito a trasmettere una grande considerazione dell’intelligenza e della dignità delle  donne, mentre i media all’inizio del XXI secolo, epoca di dichiarata parità almeno in alcuni paesi del mondo,  le trattano come oggetti sessuali mettendone in mostra solo le forme. Fortunatamente invece l’atteggiamento di Dante, quello che egli ha voluto trasmettere al suo pubblico, è ispirato dalla convinzione profonda che la ragione sia una prerogativa comune di tutti gli esseri umani, per lo meno quelli che vogliono esercitarla e intendono fare sforzi per apprendere. Le donne non sono escluse dall’uso della ragione e quindi condividono con gli uomini il dono più importante che Dio ha fatto all’umanità intera.

1 commento:

CGP CENTRO DI GRAVITA' PERMANENTE/PAROLE IMMAGINI ha detto...

Lavoro molto interessante. Si potrebbero avere i dati delle pubblicazioni da cui sono tratti i due documenti?