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mercoledì 28 settembre 2011

Sviluppo dell'operatività classe IV F

Rosaria Lo Po’

1.In che modo Timoteo riesce a convincere Lucrezia ad accettare il rimedio della mandragola?
Lucrezia non se la sente di spezzare il legame coniugale che la lega al marito Nicia poiché va contro la sua morale, ma quando Fra Timoteo durante la confessione la spingerà a compiere il "tradimento", andando contro la morale religiosa, Lucrezia inizialmente restia , infine si darà completamente.

2.Come reagisce Lucrezia quando scopre l'identità del garzonaccio? Quali sono le implicazioni della sua reazione sullo scioglimento della vicenda?
Lucrezia conosciuta la vera entità del presunto "garzonaccio" , non è affatto dispiaciuta, in quanto si accorge di amare Callimaco e accetta di diventare la sua amante abituale. Messer Nicia che ignora il rapporto che si è creato tra i due amanti, lo accoglie festosamente in casa come suo "compare".
-A che cosa deve adeguarsi il principe?
Il principe ha l’obiettivo di conservare più a lungo il suo potere.  L’osservazione della realtà effettuale guida il modo di agire dei  governanti , ma la realtà spesso non può adeguarsi ai precetti della morale che predica il bene assoluto. Quindi in alcuni casi sarà necessario per il principe reprimere concetti razionali e abbracciare la violenza per l’interesse del suo popolo.
-Che cosa è lecito in determinate circostanze?
Ne “ Il Principe” Machiavelli scrive:” Vi è una ragion di stato che è superiore a qualsiasi altra considerazione morale, per cui il sovrano dovrà attenersi solamente ad essa se vorrà fare il bene del suo regno, ovvero realizzare praticamente, anche a costo di crudeltà e di guerre, la pace e la prosperità del suo popolo.” L’autore riceverà diverse critiche relative alla sua idea ; è molto importante capire che M. non esaltava la violenza per l’interesse di una sola persona, ma se la legge non portava ad una svolta, bisognava ricorrere ad essa per “l’utile collettivo”.
-Ci sono qualità negative che il principe deve volontariamente possedere ? Perchè?
I principi che hanno fatto grandi cose- dice Machiavelli - sono coloro che hanno tenuto poco conto della fede e hanno saputo raggirare i cervelli degli uomini. In base alle problematiche da risolvere il sovrano puo' decidere di agire in modo astuto  non per piacere personale , ma per il BENE COLLETTIVO.
-Perché  per il principe è necessario sapere usare bene la bestia e lo uomo?
Machiavelli identifica il principe ideale con la figura del centauro (mezzo uomo e mezzo bestia). La natura umana possiede le doti razionali  la legge ,mentre la parte cavallina simboleggia la forza, la violenza; a seconda delle situazioni il principe decide quale delle due parti usare. La virtù somma del politico è quindi la duttilità, il sapersi adattare ad ogni circostanza, poichè agire sempre e solo in una determinata maniera puo' risulare dannoso.
-Perché  Machiavelli ricorre alla figura mitologica del centauro?
Il centauro Chirone a differenza di quello che si diceva degli altri centauri , era benevolo e saggio e fu maestro di personaggi quali : Achille , Enea , Dionisio. Attraverso la sua doppia natura ,è in grado di comunicarci che la legalità non basta nell'agire politico, spesso è indispensabile usare la forza.
Deborah Scuderi
  1. Frate Timoteo convince Lucrezia a piegarsi ai voleri del marito adducendo come motivazione le buoni intenzioni e lo scopo che giustificano l’atto contrario ai principi di rettitudine.
2 Lucrezia, donna onestissima, quando scopre la vera identità di Callimaco, che le rivela l’inganno e il suo amore, perde ogni scrupolo e lo accetta come suo amante.
3 . Per non essere odiato dal popolo, il principe deve agire per il bene dello stato anche utilizzando mezzi che all’opinione comune sembrano riprovevoli, deve essere parsimonioso e solo talvolta liberale, deve essere temuto per essere rispettato, né amato, né odiato, e prudente, ma allo stesso tempo coraggioso ed avere grande forza di carattere.
 Il principe, infatti, se necessario deve essere astuto , deve cioè agire in base alle leggi, ma quando questo non basta, utilizzare anche la forza, naturalmente non per scopi personali , ma per il bene dello stato.
Riassunto: Machiavelli nel XVIII cap. intitolato “Il Principe”, facendo appello ad un principio universalmente accettato e non mettendolo in discussione, riconosce quanto sarebbe stato lodevole per un principe l’osservazione delle leggi morali,rendendosi conto che nella realtà effettiva della politica, il non mantenere la parola ed usare astuzia, ha consentito di compiere grandi cose; mentre tutti coloro che hanno osservato la lealtà sono stati sconfitti. Ed è proprio questo , un esempio di come Machiavelli, distingua il giudizio politico da quello morale; applicando con grande rigore , coraggio e più chiarezza il suo metodo, senza arretrare dinanzi alle estrema conseguenze , anche quelle che possono apparire più ripugnanti all’umanità.
 Perché il principe per tenere ben saldo il potere deve essere sia un leone che una volpe. Un leone per imporre la sua forza e il suo potere, ma senza esagerare poichè il popolo potrebbe ribellarsi; e furbo come una volpe perchè, secondo Machiavelli il popolo è rozzo e ignorante e quindi puo' utilizzare la sia intelligenza per ingannare e raggirarlo con inganni, facendo credere cose che sono a vantaggio del principe stesso.
Machiavelli ricorre a tale figura biologica, per disegnare due diversi modi di combattere:quello dell'uomo e quello della bestia. Il primo, che ha come risulatato le leggi, il secondo la violenza. Quando le leggi non sono sufficienti si deve ricorrere alla violenza, ma poiché il principe deve per necessità impiegare anche la parte bestiale, Machiaveli illustra in due modi in cui essa si manifesta, ricorrendo alle figure della volpe e del leone, immagini dell'astuzia accorta e dell'impeto violento, con i quali è possibile evitare i tranelli e vincere la violenza degli avversari.
ROBERTA NIBALI 
 
N1:  In che modo Timoteo riesce a convincere Lucrezia ad accettare il rimedio della mandragola?

Fra Timoteo è un prete corrotto ,pronto a mentire e a ingannare sotto compenso. Pur di convincere Lucrezia mente, spiegando che l’adulterio non è tale se non se ne ha l’intenzione cattiva, e che ciò è ribadito pure dalla Bibbia.
Passo dell’atto III, r.2  pronunciata da Timoteo:
“quanto all’atto che sia peccato, questa è una favola…”
N2: Come reagisce Lucrezia quando scopre l'identità del garzonaccio? Quali sono le implicazioni della sua reazione sullo scioglimento della vicenda? 

Lucrezia , conosciuta  la reale identità del “garzonaccio” (CALLIMACO), si accorge di amarlo e decide di continuare ad essere la sua amante “abituale”. Nicia, ignorando il rapporto creatosi tra i due amanti, continua ad accogliere festosamente il suo “compare”Callimaco
N4: Che cosa è lecito in determinate circostanze?
Secondo Machiavelli è lecito utilizzare astuzie e raggiri , ma questi non devono mai essere fini a se stessi  e tanto meno rispondere al puro interesse egoistico del principe , bensì devono garantire il benessere dello  stato e dei suoi cittadini, quindi da quelli che sono sicuramente “vizi “ può scaturire un bene.

N5: Ci sono qualità negative che il principe deve volontariamente possedere ? Perchè?

Dal Principe , cap.XVIII: “Quanto sia laudabile in uno principe mantenere la fede e vivere con integrità e non con astuzia, ciascuno lo intende: non di manco si vede, per esperienzia ne' nostri tempi, quelli principi avere fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno saputo con l'astuzia aggirare e' cervelli delli uomini; et alla fine hanno superato quelli che si sono fondati in sulla lealtà.”
Machiavelli ritiene lodevole per un principe l’osservanza delle leggi morali; però nella realtà  effettiva della politica, l’utilizzo di astuzie e raggiri ha consentito la realizzazione di grandi cose. 

N6: Perché  per il principe è necessario sapere usare bene la bestia e lo uomo?

Machiavelli  afferma che “a un principe è necessario sapere usare la bestia e lo uomo”, questo concetto incarna l’immagine del centauro (mezzo uomo e mezzo bestia ).Il principe deve impiegare le DOTI RAZIONALI proprie dell’uomo e COMPORTAMENTI ISTINTIVI  tipici  degli animali .

N7: Leggi con attenzione il capitolo XVIII del principe e riassumine il contenuto in non oltre 10 righe.
Nel  Principe , cap.XVIII , Machiavelli spiega “quomodo fides a princibus sit servanda” in che modo i principi debbano mantenerla parola data. Questo è il capitolo che ha suscitato il maggiore scandalo e le reazioni più sdegnate in quanto M. applica con più chiarezza ,rigore e coraggio il suo metodo, consapevole del fatto che alcuni concetti potrebbero non essere compresi. Prova ammirazione per quei principi che osservano le leggi morali , ma si rende conto del fatto che la legalità non basta nell’agire politico e spesso è indispensabile utilizzare la legalità. Per chiarire questo concetto Machiavelli utilizza l’immagine del centauro , perché l’uomo rappresenta le doti razionali mentre l’animale la forza. Il principe deve avere “un animo disposto a volgersi secondo ch’e venti della fortuna e le variazioni delle cose li comandano”, chiarisce il concetto ricorrendo alle figure della volpe e del leone, immagini dell'astuzia accorta e dell'impeto violento, con i quali è possibile evitare i tranelli e vincere la violenza degli avversari. il principe deve avere quella capacità di analisi per capire quale delle tante doti citate attuare ,per garantire  ai cittadini pace e benessere.

Come ha scritto Alberto Moravia,  Machiavelli cerca di stimolare una sensibilità altrimenti pigra e inerte.Anche se non è che una leva per sollevare il peso mortale di questa apatia.La situazione politica dell'Italia del primo '500 non è dovuta al caso o all'avversa fortuna. A chi è da addebitare allora?

Gli anni in cui visse M.furono anni di crisi sia per quanto riguardava la situazione politica italiana sia per la città di Firenze in particolare.Terminato il periodo del  governo di Gerolamo Savanarola(1498) , Firenze visse un duro scontro tra popolo e magnati, dovette subire le pesanti ingerenze della Francia e del Papato con  e l’alternarsi di diverse forme di governo(Repubblica e Signoria).
In tale contesto storico-politico si trovò a operare Machiavelli, un intellettuale borghese di formazione umanistica che fece della libertà e della spregiudicatezza le basi del suo pensiero.
Filippo Malatino

1.In che modo Timoteo riesce a convincere Lucrezia ad accettare il rimedio della mandragola?

Timoteo convince Lucrezia facendole capire come l’atto non consista in un peccato in quanto è la ragione che, in questo caso,
detta le regole. 
2.Come reagisce Lucrezia quando scopre l'identità del garzonaccio? Quali sono le implicazioni della sua reazione sullo scioglimento della vicenda? 

Scoperta l’identità del garzonaccio Lucrezia decide di vertere la situazione a suo favore continuando a mantenere i rapporti di amante con Callimaco e fancendo in modo che quest’ultimo diventi compare suo e del marito, all’oscuro dei loro rapporti.
3. Rispondi in modo puntuale alle seguenti domande(max 5 righe per ciascuna risposta):
·                     A che cosa deve adeguarsi il principe?

Il Principe deve agire in modo adeguato per evitare malcontenti nel popolo ma a volte, in base alle situazioni che gli si presentano, ha bisogno di agire con forza e fermezza. In tali casi può persino eludere le leggi in vigore, ciò che importa è che agisca solo per il bene della popolazione e non per interessi personali.
·                     Che cosa è lecito in determinate circostanze?

Secondo Machiavelli dev’essere virtù del principe utilizzare mezzi non etici, che non seguono nessuna morale, quando ci si trova davanti a quella che lui definisce “ragion di stato” per andare incontro al bene e all’utile collettivo.
·                     Ci sono qualità negative che il principe deve volontariamente possedere? Perchè?

Secondo Machiavelli il principe deve possedere la qualità di “controllare le menti” ovvero di dirigere i suoi sudditi verso strade che altrimenti non avrebbero preso. Il tutto, ovviamente, solo a vantaggio del popolo.
·                     Leggi con attenzione il capitolo XVIII del principe e riassumine il contenuto in non oltre 10 righe.

Nel capitolo XVIII Machiavelli riassume alcune delle principali qualità che il principe deve possedere  utilizzando la metafora del centauro, un essere per metà umano e per metà bestia: é questa la perfetta combinazione per un politico. Deve egli mantenere un costante stato di equilibrio tra il fare e predicare il bene e l’agire in segreto facendo uso di mezzi poco etici. Aggiunge inoltre altre due qualità: l’astuzia della volpe e la forza del leone. Nessuna però deve prevalere sull’altra onde evitare situazioni drastiche come l’installazione graduale e progressiva di un regime rigido, ma nello stesso tempo, a seconda dei casi, è essenziale che il principe si cali in una sola parte e che quindi sia duttile.
·                     Per quale motivo questo capitolo può essere definito diretto e aggressivo?

Il XVIII capitolo può essere definito diretto e aggressivo in quanto in esso Machiavelli parla di un principe la cui intelligenza supera quella dei suoi rozzi sudditi, i quali vengono da lui guidati inconscientemente. In più, pur di dirigerli verso la direzione da lui scelta, il sovrano esclude la parte etica, morale e onesta della sua politica e mette in atto metodi del tutto opposti a ciò che pubblicamente predica.
·                     Perchè per il principe è necessario sapere usare bene la bestia e lo uomo?

E’ essenziale per il principe avere pieno controllo delle sue due metà perchè si potrebbe trovare dinnanzi ad avvenimenti che richiedano l’utilizzo della sola astuzia o della sola forza.
·                     Perchè Machiavelli ricorre alla figura mitologica del centauro?

Machiavelli ricorre alla figura mitologica del centauro al fine di suggerire il rapporto uomo-bestia presente nel principe.
 Rosalba Carpita


1.In che modo Timoteo riesce a convincere Lucrezia ad accettare il rimedio della mandragola?
L’impenitente confessore di Lucrezia,Fra’Timoteo,riesce a convincere la giovane donna ad accettare il rimedio della mandragola grazie alle sue arti persuasive dicendole che  l’adulterio non è considerato tale se non si hanno cattive intenzioni e in questo caso sarebbe stato a fin di bene ovvero per il concepimento della prole.

2.Come reagisce Lucrezia quando scopre l'identità  del garzonaccio? Quali sono le implicazioni della sua reazione sullo scioglimento della vicenda? 

Compiuta la beffa,Callimaco rivela la sua indentità e il suo amore alla non più ingenua Lucrezia che ,ormai innamorata ,acconsente a divenire la sua amante abituale, mentre lui viene accolto da Messer Nicita come amico fraterno.

3.A che cosa deve adeguarsi il principe?

Il Principe deve adeguarsi ai tempi in cui egli vive,quindi in quello di mantenere il potere più saldamente possibile,anche se questa realtà non sempre potrà accordarsi con la necessità dell'azione  corretta, perché la realtà effettiva impone anche scelte crudeli, ma necessarie per il bene di tutta la popolazione.Per questo Machiavelli sostiene che se un sovrano si attenesse solamente ai supremi principi del bene, evitando ogni guerra presto cadrebbe in rovina. 

4.Che cosa è lecito in determinate circostanze?

E’ lecito saper approfittare, se necessario, delle circostanze anche fortunose che gli permetteranno di raggiungere il proprio fine ,anche in modo sleale ,in un mondo senza principi. Poiche’ molte volte le qualità positive non sono adatte al conseguimento dei fini,anzi possono nuocere mentre quelle negative posso risultare indispensabili.

5.Ci sono qualità negative che il principe deve volontariamente possedere ? Perchè?

M.propone un elenco di tutte le qualità  lodevoli in un principe e di quelle che sarebbero biasimevoli.Il principe a volte deve volontariamente essere crudele,disonesto e astuto sono qualità utili per dirimere questioni troppo spinose soprattutto per il bene dello stato; da qui si può evincere la teoria filosofica “Il fine giustifica i mezzi” per cui ogni mezzo, sarebbe comunque giusto se in grado di realizzare lo scopo al quale tende .

6.Leggi con attenzione il capitolo XVIII del principe e riassumine il contenuto in non oltre 10 righe.

Machiavelli riconosce quanto sarebbe lodevole per un principe l’osservanza delle leggi morali,però  si rende conto del fatto che,nella realtà effettiva della politica,il non mantenere la parola ed usare astuzie e raggiri ha consentito di compiere grandi cose,mentre colore che hanno osservato la lealtà  sono stati sconfitti.In questo capitolo M. adopera con chiarezza,rigore e coraggio il suo metodo,senza arretrare dinanzi alle estreme conseguenze.La legalità non basta nell’agire politico,spesso è indispensabile usare la forza.Il concetto si incarna in un’immagine potente che rifugge dall’astrazione ed ama il linguaggio immaginoso e concreto :è  l’immaginre del centauro ,mezzo uomo e mezzo bestia.Il pensiero di M. procede sempre in forma dilemmatica per forti disgiunzioni:uomo-bestia,astuzia-violenza.A questo punto nasce un nuovo concetto:il principe deve avere “  uno animo disposto a volgersi secondo ch’e venti della fortuna e le variazioni delle cose li comandano”.Nell’ultima parte del capitolo M. conclude dicendo che il principe non solo deve essere capace di compiere il male,se ciò è necessario per raggiungere i suoi fini,ma deve anche saper dissimulare la malvagità e simulare virtu’.

7.perchè per il principe è necessario sapere usare bene la bestia e l’ uomo?8.perchè Machiavelli ricorre alla figura mitologica del centauro?

M. ricorre a un linguaggio concreto e immaginoso per raggiungere una maggiore forza persuasiva utilizzando la figura del centauro ,mezzo uomo e mezzo bestia,che  compendia l’essenza del politico che deve saper usare sia la legalità  sia la forza se vuole dare solidi fondamenti allo Stato.Quindi il principe deve saper essere una “bestia” o un “uomo”a seconda delle situazioni.

8.Come ha scritto Alberto Moravia,  Machiavelli cerca di stimolare una sensibilità altrimenti pigra e inerte.Anche non è che una leva per sollevare il peso mortale di questa apatia.La situazione politica dell'Italia del primo '500 non è dovuta al caso o all'avversa fortuna. A chi è da addebitare allora?

La situazione politica del ‘500 non è dovuta al caso o all’avversa fortuna bensì  è da addebitare  all’ignavia dei principi che nei tempi quieti non hanno saputo prevedere la tempesta che si preparava e porvi i necessari ripari;ciò faceva riferimento alla particolare crisi politica che avversava l’Italia in generale ma soprattutto la città  di Firenze che visse un lungo periodo di crisi economica e un duro scontro tra  i magnanti e il popolo dovendo subire pesanti ingerenze della Francia e del Papato e vedendo l’alternarsi di diverse forme di governo: repubblica e signoria.


Andrea Paparo

1.In che modo Timoteo riesce a convincere Lucrezia ad accettare il rimedio della mandragola?
Il frate Timoteo per convincere Lucrezia ad accettare il "progetto" della mandragola impiega argomenti teologici, spiegandole che se è la ragione a dettare il motivo di un atto, esso non è considerato peccato.

2.Come reagisce Lucrezia quando scopre l'identità del garzonaccio? Quali sono le implicazioni della sua reazione sullo scioglimento della vicenda? 
Lucrezia, nel momento in cui scopre la vera identità di Callimaco, acconsente ugualmente a divenire sua amante perché accecata dall’amore verso di lui. Mentre lui viene accolto da Messer Nicia come amico fraterno.

3.A che cosa deve adeguarsi il principe?
Il principe deve adeguarsi alla realtà effettuale, ovvero l’osservazione della delle cose come sono davvero. Questa osservazione è fondamentale per raggiungere un bene prefissato, cioè l'utile, concetto che nell'arte della politica , sostituisce quello generico di" bene". E l'utile per Machiavelli, è il bene collettivo.

4.Che cosa è lecito in determinate circostanze?
Secondo Machiavelli, il principe, a seconda delle situazioni deve saper usare la forza bruta per spaventare il nemico, ma essa non deve essere né fine a sé stessa, né volta ai propri interessi, bensì a quelli del popolo.

5.Ci sono qualità negative che il principe deve volontariamente possedere ? Perchè?
Il principe deve essere furbo come una volpe e crudele come un leone, perché dove è necessario, volendo conservare il potere, bisogna imparare a essere non buono, oppure a usare e non usare la bontà secondo le necessità della situazione.

6.Leggi con attenzione il capitolo XVIII del principe e riassumine il contenuto in non oltre 10 righe.
Machiavelli disegna due diversi modi di combattere: quello dell'uomo e quello della bestia. Il primo ha come risultato le leggi, il secondo la violenza. Secondo lui un principe, quando le leggi non sono sufficienti deve ricorrere alla violenza. Poiché egli deve per necessità impiegare anche la parte bestiale, Machiavelli illustra in due modi in cui essa si manifesta: ricorre alle figure della volpe e del leone, immagini dell'astuzia accorta e simulazione e dell'impeto violento, con i quali è possibile evitare i tranelli e vincere la violenza degli avversari. Per il principe è più utile simulare pietà, fedeltà, umanità che osservarle veramente. Le doti etiche sono pure illusioni nella lotta politica. Il dovere del principe è vincere e mantenere lo stato. Il volgo guarderà solo le apparenze, mentre pochi che non giudicheranno dalle apparenze non riusciranno a imporsi perché la maggioranza è dalla parte del principe.

7.Per quale motivo questo capitolo può essere definito diretto e aggressivo?
Perché smonta le teorie politiche cristiane rispettate da lungo, ma soprattutto perché Machiavelli annulla ogni nesso tra etica e politica: infatti, secondo lui, il Principe deve cercare di sembrare magnanimo, religioso, onesto ed etico. Ma in realtà, i doveri di un principe non gli permettono di possedere alcuna di queste virtù.

8.Perchè per il principe è necessario sapere usare bene la bestia e lo uomo?
Perché deve saper evitare lacci e trabocchetti ma nello stesso tempo deve intimorire i possibili avversari, perciò un signore prudente non deve osservare la fede quando questa gli torna contro, o la situazione finirà per sfuggirgli di mano.

9.Perchè Machiavelli ricorre alla figura mitologica del centauro?
Perché siccome le leggi sono proprie dell'uomo e le forza delle bestie, il principe deve essere educato come Achille fu educato dal centauro Chirone, metà uomo e metà bestia, cioè deve saper usare sia la parte umana (cioè le leggi), sia la parte bestiale, (cioè la forza), e l'una senza l'altra non può durare a lungo.

10.Come ha scritto Alberto Moravia,  Machiavelli cerca di stimolare una sensibilità altrimenti pigra e inerte.Anche non è che una leva per sollevare il peso mortale di questa apatia.La situazione politica dell'Italia del primo '500 non è dovuta al caso o all'avversa fortuna. A chi è da addebitare allora?
La causa per lo scrittore è essenzialmente l'ignavia dei principi, che nei temi quieti non hanno saputo prevedere la tempesta che si preparava e porvi i necessari ripari. Secondo Machiavelli deve essere propria del politico, la capacità di porre argini alle variazioni della fortuna.



 GIUSI DE GREGORIO 
 
1.In che modo Timoteo riesce a convincere Lucrezia ad accettare il rimedio della mandragola?

Lucrezia non vuole tradire il marito; ma fra Timoteo durante una confessione con quest ‘ultima insiste molto, facendole credere che l’ adulterio non è tale se non se ne ha l’intenzione cattiva, e che ciò e ribadito pure dalla Bibbia.. 

2.Come reagisce Lucrezia quando scopre l'identità  del garzonaccio? Quali sono le implicazioni della sua reazione sullo scioglimento della vicenda? 

Lucrezia scopre che il garzonaccio con cui dovrà compiere l’adulterio è proprio Callimaco, l’ uomo che da tempo spasimava x lei; e cosi  acconsente piacevolmente a diventare la sua amante, facendolo passare  come compare del marito.
3:
-A che cosa deve adeguarsi il principe?

Il principe che è costretto ad agitare tra tanti uomini non può  sempre seguire le leggi morali, ma deve imparare anche a non essere buono quando le circostanze lo esigano. Questo infatti deve guardare il fine , che e quello di mantenere lo Stato e vincere sempre; se vincerà  i mezzi saranno sempre considerati onorevoli. Poi Machiavelli dice  che ci sono 5 qualità che un principe deve dichiarare ma non per forza seguire: la pietà, la fede, l integrità, la religione e l’astuzia.
 
-Che cosa è lecito in determinate circostanze?

In determinate circostante per il principe è lecito utilizzare la forza per mantenere il benessere e l’ordine nello Stato,anche infliggendo ai suoi sudditi pene più  severe. Tutto ciò x Machiavelli non è sinonimo di scorrettezza ma di virtuosismo.
-Ci sono qualità  negative che il principe deve volontariamente possedere ? Perchè?
Il principe deve avere delle qualità  negative perché deve portare avanti uno Stato e non sempre si può fare con qualità positive come l onesta. Infatti il principe deve essere avaro e severo in base alle circostanze, ma tutto ciò lo deve fare solo per il bene del proprio Stato, non per il piacere personale.

-Leggi con attenzione il capitolo XVIII del principe e riassumine il contenuto in non oltre 10 righe.

Secondo Machiavelli i principi che faranno grandi cose sono quelli che hanno mantenuto la parola, mentre quelli leali non saranno mai i più forti. Inoltre deve saper abbindolare gli uomini con l’astuzia; questa ha superato sempre quelli che si sono basati sulla lealtà. Dunque un buon principe deve saper usare, nello stesso tempo, sia la legge che la forza, perché spesso usare la legge non basta e pertanto è bene usare la forza bruta. Poi parla di 5 qualità che deve far sembrare di avere, ma non x forza possederle a pieno. Da questo capitolo si evince un messaggio:  che il fine giustifica i mezzi quindi se  il fine è quello di vincere e di mantenere lo stato, i mezzi saranno sempre onorevoli.

-per quale motivo questo capitolo può essere definito diretto e aggressivo?

In questo capitolo l’autore è molto diretto e il messaggio può  sembrare aggressivo, questo perché  i valori che Machiavelli dice di dover essere propri di un principe vanno contro la morale collettiva.

-perchè per il principe è necessario sapere usare bene la bestia e lo uomo?

Esistono due modi di combattere: uno con le leggi, l'altro con la forza. Il primo è il modo proprio degli uomini, il secondo è quello delle bestie; ma poiché molte volte il primo non basta, bisogna ricorrere al secondo. Pertanto, ad un principe è necessario saper usare bene sia il modo delle bestie, sia quello degli uomini. Gli antichi scrittori hanno insegnato ai principi questo concetto: essi raccontano infatti che Achille e molti altri principi antichi furono allevati dal centauro Chirone, che provvide alla loro educazione. Questo fatto - di avere come precettore una creatura mezzo umana e mezzo animale - significa che ad un principe è necessario saper usare sia l'una sia l'altra natura; e che l'una senza l'altra non dura a lungo.
Biagio Reale
                                                                               
1.    Frate Timoteo riesce a convincere  Lucrezia a piegarsi ai voleri del marito, adducendo come motivazione le buoni intenzioni e lo scopo che giustificano l’atto contrario ai principi di rettitudine.
 2.     Lucrezia, donna onestissima, quando scopre la dura vera identità di Callimaco, che le rivela l’inganno e il suo amore, perde ogni scrupolo e decide di accettarlo come suo amante.
 3.  
 Egli per non essere odiato dal popolo, deve agire per il bene dello stato anche utilizzando mezzi che all’opinione comune sembrano riprovevoli. Inoltre deve essere parsimonioso e temuto per essere rispettato, né amato, né odiato, e allo stesso tempo prudente ma coraggioso ed avere grande forza di carattere.  Il principe, infatti, se necessario deve entrare nel male, deve cioè agire in base alle leggi, ma quando ciò non basta, utilizza anche la forza, naturalmente non per scopi personali , ma per il bene dello stato.


4.    I principi che hanno fatto grandi cose - dice Machiavelli - sono coloro che hanno tenuto poco conto della fede e hanno saputo raggirare i cervelli degli uomini. In base alle problematiche da risolvere, il sovrano puo' decidere di agire in modo astuto, disonesto e non per piacere personale , ma per il BENE COLLETTIVO.

5.  Machiavelli nel XVIII cap. intitolato “Il Principe”, facendo appello ad un principio universalmente accettato e non mettendolo in discussione, riconosce quanto sarebbe stato lodevole per un principe l’osservazione delle leggi morali,rendendosi conto che nella realtà della politica, il non mantenere la parola ed usare astuzia, ha consentito di compiere grandi cose ,mentre tutti coloro che hanno osservato la lealtà sono stati sconfitti. Ed è proprio questo , un esempio di come Machiavelli, distingue il giudizio politico da quello morale, applicando con grande rigore e coraggio più chiarezza al suo metodo, senza arretrare dinanzi alle estreme conseguenze , anche quelle che possono apparire più ripugnanti all’umanità.

6.    Machiavelli ricorre a tale figura biologica, per disegnare due modi alquanto diversi di combattere:quello dell'uomo e quello della bestia. Il primo, ha come risultato le leggi, il secondo invece la violenza. Quando le leggi non sono sufficienti si deve ricorrere alla violenza, ma poiché il principe deve per necessità impiegare anche la parte bestiale, Machiavelli illustra due modi in cui essa si manifesta, ricorrendo alle figure della volpe e del leone, immagini dell'astuzia accorta e dell'impeto violento, con i quali è possibile evitare i tranelli e vincere la violenza degli avversari.

7.     Il centauro Chirone a differenza di quello che si diceva degli altri centauri , era benevolo e saggio e fu maestro di alcuni personaggi quali : Achille , Enea , Dionisio. Egli attraverso la sua doppia natura ,è in grado di comunicarci che la legalità non basta nell'agire politico, poiché spesso è indispensabile usare la propria forza.

giovedì 22 settembre 2011

Lavoro sul testo


1.In che modo Timoteo riesce a convincere Lucrezia ad accettare il rimedio della mandragola?
2.Come reagisce Lucrezia quando scopre l'identità del garzonaccio? Quali sono le implicazioni della sua reazione sullo scioglimento della vicenda? 
3. Rispondi in modo puntuale alle seguenti domande(max 5 righe per ciascuna risposta):
  • A che cosa deve adeguarsi il principe?
  • Che cosa è lecito in determinate circostanze?
  • Ci sono qualità negative che il principe deve volontariamente possedere ? Perchè?
  • .Leggi con attenzione il capitolo XVIII del principe e riassumine il contenuto in non oltre 10 righe.
  • per quale motivo questo capitolo può essere definito diretto e aggressivo?
  • perchè per il principe è necessario sapere usare bene la bestia e lo uomo?
  • perchè Machiavelli ricorre alla figura mitologica del centauro?
Come ha scritto Alberto Moravia,  Machiavelli cerca di stimolare una sensibilità altrimenti pigra e inerte.Anche non è che una leva per sollevare il peso mortale di questa apatia.La situazione politica dell'Italia del primo '500 non è dovuta al caso o all'avversa fortuna. A chi è da addebitare allora?









mercoledì 21 settembre 2011

La Mandragola con Mario Scaccia

Le opere letterarie più significative  di Machiavelli sono senza dubbio le due commedie, la Mandragola e la Clizia. In particolare la Mandragola può essere considerata, insieme al Principe, il capolavoro di Machiavelli.E' una delle più interessanti opere del teatro cinquecentesco.Scritta probabilmente nel 1518, fu forse rappresentata in quello stesso anno, in occasione delle nozze di Lorenzo de' Medici; certamente fu messa in scena ,   con successo, nel 1522 a Venezia.Il titolo rimanda ad una radice , la mandragola appunto, che si riteneva fosse dotata di poteri  afrodisiaci.La commedia è strutturata in cinque atti in prosa, preceduti da un Prologo in versisecondo lo schema della canzone petrarchesca.in vista di una rappresentazione nel 1526, l'autore aggiungerà al testo altre sei canzoni, da recitarsi prima del Prologo e alla fine di ogni atto.
La letteratura comica, tuttavia è per Machiavelli un genere inferiore, che può essere praticato soltanto quando l'avversità della fortuna-come è detto nel Prologo- impedisce di mostrare con altre imprese altra virtue e obbliga lo scrittore a sciogliere l'amarezza  in un vano divertimento: ch'è s'ingegna /con queti van pensieri/fare el suo tristo tempo più suave.
L'impianto generale dell'opera mescola elementi di teatro di Plauto e di Terenzio(specialmente i personaggi: Ligurio , che fonde in sè la figura del mparassita e del servo; Callimaco, il giovane innamorato che da solo non combina nulla; la suocera Sostrata, e così via) con altri della tradizione novellistica e in particolare boccacciana(come la beffa e la polemica antireligiosa).

TIPOLOGIA TESTUALE: si tratta di un’opera teatrale basata su una spietata e realistica indagine della natura umana e della corruzione della società, che decreta il naufragio della morale tradizionale e familiare. Anche Machiavelli ci fornisce una possibile definizione dell’opera nel Prologo, dicendo che si tratta di una “favola”, ma in realtà questa è una commedia molto particolare ed originale. Infatti la “Mandragola” rappresenta una parodia caricaturale del pensiero serio, scaturendo un effetto comico, ma allo stesso tempo doloroso e aspro; il riso al quale si è mossi non ha una funzione liberatoria, ma è serio e fa riflettere. Questa “favola” è una “tragedia dissimulata nelle forme della commedia”, poiché nasce da uno stato d’animo vendicativo dell’autore, come emerge dal prologo in cui si scaglia contro i maldicenti. Tuttavia, pur trattandosi di una commedia, essa presenta gli stessi contenuti della grande opera tragica del Machiavelli: il “ Principe”.
 
NARRATORE: in questa commedia non vi è un narratore, in quanto prevalgono le parti sceniche, dialogate, nelle quali ogni personaggio si presenta, si racconta, riflette, e mancano, invece, parti narrate. Vi è però l’eccezione del Prologo, nel quale emerge la voce narrante del Machiavelli in occasione della presentazione della sua “favola”, venendo così a contatto con il pubblico, rivolgendosi in particolar modo alle spettatrici. In questo modo l’autore introduce subito il clima di rapporto stretto, quasi di collaborazione, tra il pubblico e il palcoscenico, come nell’antichità, nei primi sviluppi del teatro.

SPAZIO: Già dal Prologo sappiamo che le vicende si svolgono a Firenze. Più in particolare i luoghi interni dove avvengono molti dialoghi sono: la casa di Callimaco, quella di Nicia e la chiesa dove confessa Fra’ Timoteo, anche se non si ha nessuna descrizione dell’ambiente, né alcuna indicazione del luogo all’inizio di ogni scena. L’ambiente non si sposta mai da Firenze, a causa del carattere di Nicia: “non uso a perdere la Cupola di veduta”; egli infatti si rifiuta di portare la moglie ai Bagni della Porretta, dove Callimaco inizialmente aveva pensato di mettere in atto il suo piano.
 
TEMPO: sappiamo, anche se non è ben esplicitato, che le vicende si svolgono nel primo Cinquecento. Un indizio emerge da una donna confessata da Fra’ Timoteo, la quale prova grande paura di uno sbarco o invasione dei Turchi, dopo la caduta di Costantinopoli e soprattutto dopo il saccheggio di Otranto del 1480. Un altro elemento che ci fa arrivare a questa conclusione è la presenza della sifilide, che proprio in questi anni si sta diffondendo in Italia. Per quanto riguarda la durata delle vicende possiamo dedurre qualche giorno, giusto il tempo per elaborare il piano, la beffa e metterli in atto.
 
PERSONAGGI: tutti i personaggi della commedia sono tipicamente machiavellici. In nessuno di essi la componente buffonesca prevale, ma emerge in ognuno di loro la coerenza del rapporto che ciascuno di essi intrattiene con la propria “essenza” e con il mondo con il quale si trova ad agire, ogni loro caratteristica è studiata in modo analitico dall’autore, niente è lasciato al caso o all’immaginazione. Si tratta di una commedia anomala anche perché i personaggi non sono buffoneschi nel senso proprio di questo termine. Non vi è in essi alcun elemento casuale, scomposto: ogni atteggiamento, ogni azione, è predisposta minuziosamente dall’autore, in modo da seguire una certa coerenza nei confronti della propria personalità interiore e del loro rapporto col mondo. Anche i nomi non sono scelti a caso: un nome di derivazione greca accompagnato ad un cognome toscano sottolinea l’unione della classicità con la modernità.
CALLIMACO: è sagace e consapevole della propria condizione, ma preda dell’irrazionale passione per Lucrezia, nata come scommessa a Parigi con Camillo Calfucci sulla bellezza delle italiane nei confronti delle francesi , alimentata dalla volontà di vincere la vittima, il marito Nicia, con la propria astuzia. Rappresenta l’amante meschino, dotato però anche di una profonda intelligenza, con cui analizza tutte le difficoltà della vicenda, abituato a studiare tutti gli elementi pro e contro di ogni evento.
LIGURIO: è lo stratega, l’aiutante di Callimaco, il suo parassita, senza il quale il personaggio principale non avrebbe sicuramente ottenuto quei risultasti. Nulla si sa del passato di Ligurio, a differenza di Callimaco, Nicia e Fra’ Timoteo. Rappresenta la razionalità e la consapevolezza della malvagità per antonomasia. È il vero organizzatore di tutto, e anche il più attivo e accorto, infine abile nella capacità di persuasione.
TIMOTEO: è l’unico personaggio la cui entrata è preparata, e del quale in un dialogo con una donna si rappresentano i  caratteri ambigui. È il frate corrotto, equivoco, senza scrupoli, cinico. In un passo dell’atto III, 2 viene messa in scena la sua malizia quando persuade Lucrezia. È ambiguo perché passa da un atteggiamento all’altro, da solenne ad avido ed ipocrita.
LUCREZIA: ciò che lega il personaggio al marito, Nicia, non è l’amore, ma la fede coniugale. Quando Nicia viene ad essere minacciato dalle pressioni del confessore e della madre di lei Sostrata, il personaggio più superficiale, Lucrezia cerca di difendersi ma alla fine soccombe, quasi stordita da quegli interventi incalzanti. Nel V atto appare cambiata: giacere con Callimaco ha mutato la sua virtù coniugale nella capacità di ingannare, pur essendo stata lei ingannata. Alla fine è vittoriosa e riesce a dominare gli eventi. Dalla congiura contro di lei sono sorti i diritti legati alla sua bellezza e alla sua gioventù, fino a quel momento avvilite. 
NICIA: è un vecchio dottore di legge, marito di Lucrezia, ma è anche il più stolto. Il suo linguaggio spesso è incomprensibile, e ciò nasce anche dal suo carattere, avido e vile. Si esprime a proverbi, il che non sottolinea la sua saggezza, ma esaspera la sua mancanza di flessibilità mentale. Fino alla fine è ignaro della beffa, anzi si considera furbo e vincitore per avere raggiunto lo scopo di avere un figlio.
 
TEMATICHE:
PESSIMISMO: Già nel “Principe” è esplicitata la convinzione che il mondo sia popolato da malvagi ed ipocriti, nonché governato da personaggi senza scrupoli, disonesti. Anche nella commedia sono presenti dei caratteri volti a soddisfare gli istinti, osservati dall’implacabile ironia dell’autore. Alcuni dei personaggi che si possono far rientrare in questa tipologia sono Lucrezia, Fra’ Timoteo, Callimaco e Ligurio Ribaldo.
ALLEGORIA: secondo un tipo di interpretazione, i personaggi allegoricamente si riferiscono a dei valori o concetti precisi: Messer Nicia è collegato all’essere umano, secondo una visione negativa, Fra’ Timoteo alla religione corrotta, Sostrata alle istituzioni. Secondo un’altra visione, politica, Callimaco che strappa a Nicia Madonna Lucrezia, rappresenterebbe un Medici che priva i Soderini, importante casato fiorentino, di Firenze, con la forza e con l’inganno. Secondo questa allegoria, Ligurio sarebbe il segretario che riesce a diventare il vero e proprio padrone della città. Si tratta solamente però di supposizioni dei critici, dal momento che Machiavelli non ha mai esplicitato riferimenti precisi.
PARODIA: il riferimento riguarda il mondo politico, corrotto e degradato, proprio nell’ambito della commedia, ossia la parodia della tragedia, o politica, intesa come il genere nobile della tragedia. 
CORRUZIONE DEL CLERO: il personaggio che denuncia la corruzione di coloro che, pur in un mondo malvagio, non dovrebbero comportarsi in modo spietato ed ipocrita, per il fatto di appartenere all’ordine clericale, è Nicia. Comunque viene riferito un elemento positivo alla loro funzione nel mondo, che è quella di avere una prospettiva generale del male, connaturato all’uomo.
FORTUNA: nella commedia, questo elemento stranamente non è presente: non è il caso che determina l’azione, perché i calcolatori sono i veri vincitori: è proprio Ligurio che con una meticolosità incredibile mantiene il controllo di tutta la vicenda. 
 
STILE: lo stile di Machiavelli è estremamente naturale ed obiettivo, ed utilizza la lingua giocando, per meglio caratterizzare i personaggi: Nicia ha un linguaggio incomprensibile, Callimaco spesso pronuncia frasi latine per prevaricare il marito dell’amata, Ligurio gioca con le parole in modo equivoco, come il nome San Cucù, che in francese significa cornuto.
 
RITMO DELLA NARRAZIONE: il tempo della storia e il tempo del racconto coincidono, come per fabula e intreccio, essendo una rappresentazione teatrale, perciò basata su dialoghi e monologhi.
 
STRUTTURA: è una commedia scritta in prosa, divisa in cinque atti, preceduti da una canzone, con un’anticipazione della sua concezione pessimista della realtà, e da un Prologo in versi, in cui Machiavelli presenta i luoghi, cioè Firenze, i protagonisti, la trama e l ‘antefatto ,cioè il ritorno da Parigi di Callimaco Guadagni. Alla fine di ogni atto vi è una canzone formata da una sola stanza, con funzione di raccordo e di incuriosire il lettore grazie a delle anticipazioni. In ogni canzone il protagonista è la personificazione di Amore, richiamato con riferimenti petrarcheschi.
 

domenica 18 settembre 2011

La politica al servizio del bene collettivo

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Quale personaggio del passato potrebbe aiutarci a ripartire?

NICCOLO' MACHIAVELLI

                                                        
                                                          
Secondo una tradizione ormai consolidata , Machiavelli è considerato il fondatore della politica come scienza. Il punto di partenza fondamentale di questa scienza, secondo Machiavelli, è l'osservazione della realtà effettuale, cioè delle cose come sono davvero. Questa osservazione è fondamentale per raggiungere un bene prefissato, cioè l'utile, concetto che nell'arte della politica , sostituisce quello generico di" bene". E l'utile per Machiavelli, è il bene collettivo.
Il politico è visto come un individuo geniale, coraggioso e astuto, che mette in pratica l'autonomia della politica attraverso la propria "virtù", cioè la propria capacità di leggere la realtà di comprenderla.
Colui che possiede la virtù sa cogliere le occasioni che la realtà offre e sa agire di conseguenza, sfruttando la propria esperienza e il proprio sapere teorico.E'in questo modo che si può tentare di dominare la Fortuna, cioè il caso: studiando il modo di agire degli uomini, quindi gli avvenimenti del passato e della contemporaneità; da tale studio, traendo poi leggi generali che aiutano il politico a volgere ogni situazione a vantaggio proprio e del paese.
Spirito eminentemente realistico, si sarebbe interamente votato all'azione concreta  e nelle sue opere avrebbe trasfuso questo forte senso della realtà e questo pragmatismo , nel quale risiederebbe la ragione della sua importanza come pensatore politico.Teorico dello stato moderno, appartiene di diritto alla storia del pensiero prima ancora che a quello della letteratura.
Ma negli ultimi tempi è emerso un modo nuovo di accostarsi a questa grande figura. Machiavelli , in sostanza, sarebbe principalmente un letterato ,nel senso rinascimentale del termine: nutrito di cultura classica , coltivò diversi generi letterari e si interessò anche di problemi squisitamente espressivi, come la questione della lingua.
In effetti Machiavelli si trova sul crinale che separa la stagione del Rinascimento pieno, caratterizzata dalla fiducia nelle possibilità dell'uomo di governare il proprio destino, e la crisi del Rinascimento segnata invece dalla dolorosa percezione dei limiti dell'agire umano e dell'impossibilità di calare l'ideale dentro il mondo reale.
Gli anni in cui visse M.furono anni di crisi sia per quanto riguardava la situazione politica italianagenerale sia per la città di Firenze in particolare.Terminato il periodo del  governo di Gerolamo Savanarola(1498) , Firenze ,colpita da una lunga crisi economica,visse un duro scontro tra popolo e magnati, dovette subire le pesanti ingerenze della Francia e del Papato, vide l'alternarsi , nel giro di pochi anni, di diverse forme di governo(Repubblica e Signoria).
In tale contesto storico-politico si trovò a operare Machiavelli, un intellettuale borghese di formazione umanistica che fece della libertà e della spregiudicatezza le basi del suo pensiero.

venerdì 16 settembre 2011

Restituire senso alla parola creatività


Non è creativo ciò che è strano, o trasgressivo o stravagante o diverso e basta.Gli italiani, specie i più giovani-ce lo dicono le ricerche-hanno idee piuttosto confuse in proposito.Bisognerebbe restituire alla parola creatività la sua dimensone progettuale ed etica: creativa è la nuova , efficace soluzione i un problema.E' la nuova visione che illumina fenomeni oscuri.E' la scoperta  che apre prospettive fertili.E' l'intuizione felice dell'imprenditore che interetta un bisogno o un'opportunità, o l'illuminazione ell'artista che racconta aspetti sconosciuti del mondo e di noi. In sostanza, creatività è il nuovo che prouce qualcosa di buono per la comunità. E che, essendo tale, ci riempie di meraviglia e gratitudine. Creatività è un atteggiamento mentale.Una maniera di osservare il mondo cogliendo dettagli rilevanti e facendosi omande non ovvie.Uno stile i pensiero che unisce capacità logiche e analogiche e è orientato a capire,interpretare, produrre risultati positivi. In questa vocazione pragamatica e progettuale sta la ifferenza tra creatività,fantasia e fantasticheria a un lato,arte  di arrangiarsi dall'altro."da A.Testa, www.nuovoeutile.it