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lunedì 8 marzo 2010

CANTIERE DI SCRITTURA DANTESCA XVI CANTO



MANILA TROVATO

1) Dante e Virgilio si trovano nella terza cornice dove incontrano gli iracondi, immersi in un buio cupo e fondo per effetto di un fumo denso e pungente che rappresenta l'ira che acceca. Le anime degli iracondo recitano una preghiera rivolta a Cristo "l'Agnus Dei", definito Agnello di Dio, simbolo di benignità del suo sacrificio di uomo a favore degli uomini. L'atmosfera è serena, in contrapposizione dellìira che ha colpito queste anime quando erano in vita. La funzione che svolge Virgilio è quella di guida fisica di Dante, che nel buio non trova più punti di riferimento; allegoricamente Virgilio rappresenta la ragione a cui l'iracondo deve aggrapparsi se vuole uscire dalla sua pazzia.

2) Di Marco Lombardo non si hanno molte noizie.sappiamo che visse nella seconda metà del XIII secolo, fu uomo di corte dotato di saggezza e di animo nobile e fiero.

Dopo un breve scambio di battute Marco Lombardo dice a Dante che, quando era in vita amava quelle virtù cavalleresche, la gentilezza,la cortesia ecc.
Tutti gli argomenti tra Dante e Marco sono funzionali alla tematica della corruzione dell'umanità a causa della Chiesa; e sono: il libero arbitrio, la teoria dei due soli e gli esempi di antica virtù lombarda. Però Dante espone un dubbio: la causa della corruzione dell'umanità è dovuta all'influenza degli astri oppure alla volontà degli uomini? secondo lui se fossero gli astri a influenzare le azioni umane allora di conseguenza l'uomo non è responsabile.

3)Per le teoria del libero arbitrio, le azioni degli uomini non sono determanate dall'influsso degli astri. L'uomo infatti ha ricevuto direttamente da Dio il dono di poter scegliere tra il bene e il male. Infatti la risposta di Marco Lombardo al dubbio di Dante è proprio questa, che l'uomo è libero di decidere tra il bene e il male e che la causa della corruzione è da ricercare nell'uomo e non nell'influenza degli astri. Questo è un messaggio ottimistico: l'umanità può rigenerarsi moralmente,e può recuperare quelle virtù essenziali per il raggiungimento della felicità terrena e eterna.

ANTONELLA SALVA'

I primi versi del XVI canto riconducono brutalmente all'atmosfera cupa e buia dell'Inferno, che, tra l'altro, è nominato direttamente al verso iniziale ("Buio d'inferno e di notte privata/ d'ogne pianeto, sotto pover cielo"): Dante, Virgilio si trovano infatti nella terza cornice del Purgatorio, dove scontano la loro pena gli iracondi. La loro punizione consiste nel vagare avvolti da un fumo denso, acre e irritante, che annebbia loro la vista. In loro si osserva il contrappasso poiché in vita furono "accecati" dall'ira.
Dante stesso è partecipe di questa pena, essendo a sua volta ostacolato dal fumo; l'ira è infatti uno dei tre peccati (assieme alla lussuria e alla superbia) dei quali Dante ritiene di essersi macchiato e che il pellegrino, dopo la profezia della sua venuta in Purgatorio alla sua morte da parte di Caronte (Inf, c. III), condivide assieme ai purganti.
In mezzo alla nuvola di fumo, Virgilio offre la sua spalla a Dante, invitandolo a non separarsi da lui mentre lo guida. Allegoricamente, ciò rappresenta che la Ragione può contrastare e addirittura vincere il sentimento dell'iracondia.
Non potendo distinguere alcunché con la vista, Dante si affida al suo udito, e infatti per mezzo di esso il poeta ode delle voci che, con uguale tonalità, cantano assieme preghiere rivolte alla misericordia e alla pace dell'Agnello di Dio (i loro canti, infatti, iniziano tutti con le parole Agnus Dei). Dopo aver chiesto conferma a Virgilio che le voci udite appartengano a spiriti purganti, Dante ode la presentazione della prima anima di questa cornice: essa (di cui ancora non ci viene presentato il nome) riconosce subito Dante come persona appartenente al mondo mortale, poiché il poeta fende il fumo della cornice con il proprio corpo fisico e parla come se dividesse ancora il tempo in mesi, ossia come fanno gli uomini sulla terra: le anime dell'aldilà sono infatti tutte soggette alla dimensione temporale divina, completamente diversa da quella terrena.
L'anima chiede dunque a Dante chi sia, ed egli, esortato a rispondere da parte di Virgilio, espone una breve captatio benevolentiae (vv. 31-33), invitando l'anima a seguirlo: dopo la risposta affermativa di quest'ultima, Dante racconterà del suo viaggio nell'adilà infernale e domanderà all'anima quale sia la sua identità. Essa rivela di essere Marco Lombardo, uomo di corte del XII secolo, conoscitore delle regole del mondo e cultore delle virtù morali. Egli, dopo aver indicato ai poeti la strada corretta per raggiungere la cornice successiva, chiede a Dante, come consuetudine tra le anime purganti, di intercedere per lui con delle preghiere, una volta che sarà giunto in Paradiso. Dante assicura di farlo, e dichiara di avere un duplice dubbio: è l'influsso degli astri o una natura insita nell'animo a controllare le azioni degli uomini, che in quest'epoca (il 1300) sembrano colme di disonestà? Ecco quindi presentato il tema portante del canto, ossia il libero arbitrio, e da qui comincia il discorso teologico di Marco Lombardo.


Marco risponde avvalendosi della definizione tomistica, appresa da Dante dalla Summa Theologiae di San Tommaso d'Aquino. La teoria afferma , per utilizzare le parole del santo, che astra inclinant non necessitant, ossia che gli astri danno effettivamente una prima influenza alle azioni umane, ma la volontà personale può vincerla: infatti, Dio ha conferito all'umanità la facoltà del libero arbitrio. Dunque, con il famoso ossimoro liberi soggiacete (v. 79) Marco Lombardo spiega che l'uomo, pur essendo soggetto a una forza invasiva superiore a quella astrale, ossia quella divina, ha comunque la possibilità di decidere il meglio per se stesso. Di conseguenza, la causa della corruzione del mondo è da cercare nell'animo umano, e non nel cielo.
L'anima prosegue descrivendo la condizione dell'anima umana che, appena uscita dalle mani del suo creatore, che la pensa amorevolmente prima di darle un'identità, è ignara di tutto e tende naturalmente, come una bambina, verso ciò che le procura gioia: tuttavia, è possibile che ciò sia costituito anche da beni di poco conto, come i piaceri materiali, e quindi è necessaria un'autorità, quella regia, che torca la volontà dell'anima verso mete più nobili, per mezzo di un fren costituito dalle leggi.
Da questo punto in poi, il discorso di Marco Lombardo passa da teologico a politico: l'autorità in questione è corrotta, essendo commistionata a quella papale; poiché quest'unione è forzata (infatti il papa detiene a forza il potere temporale), essa è inevitabilmente destinata a produrre conseguenze infauste. Ecco dunque la formulazione della famosa dottrina dei due soli: il potere imperiale e quello papale sono come due soli, ossia sono entrambi voluti da Dio, ma separati e indipendenti l'uno dall'altro. Questa è una ritrattazione della teoria abbracciata inizialmente da Dante, e che espone nel trattato De Monarchia, dove invece parlava di un sole e di una luna: il sole rappresenta il papa, al quale Dio conferisce sia il potere spirituale, sia quello temporale; il pontefice poi conferisce quest'ultimo all'imperatore, simboleggiato dalla luna che, infatti, brilla della luce riflessa del sole.
Segue poi una lode a tre vecchi nella persona dei quali il nobile passato rimprovera aspramente l'incivile presente dantesco: essi sono Corrado da Palazzo, Guido da Castello e 'l buon Gherardo, il quale non è riconosciuto da Dante, che chiede a Marco Lombardo di chiarire la sua identità. L'anima, stupita dalla disinformazione del toscano Dante, risponde di non conoscerlo con altri soprannomi, a meno che non li mutui dalla figlia del personaggio, Gaia. Infine, Marco Lombardo, in vista dell'angelo, si congeda bruscamente dai poeti, e torna alla sua pena d'espiazione.

AnonimoCONCETTA RUSSO

1) Il canto XVI del Purgatorio inizia con una similitudine, infatti il fumo che deve affrontare Dante all’inizio della terza cornice è paragonato al buio dell'inferno e ad una notte piena di nuvole. Esso è talmente pungente che Dante non riesce a tenere gli occhi aperti e Virgilio gli si avvicina e gli offre la sua spalla, raccomandandogli di non perdersi. Dante si paragona ad un cieco che segue la sua guida per non smarrirsi e per non sbattere contro un ostacolo che possa ferirlo. Le anime degli iracondi intonano l’inno Agnus Dei chiedendo pace e misericordia. Essi in vita si lasciarono accecare dal sentimento dell’ira, abbandonandosi alla violenza e alla discordia ,e, ora sono accecati da un denso e fastidioso fumo. Dante a causa del fumo non vede le anime e quindi chiede a Virgilio se sono anime quelle che pregano e il maestro conferma precisando che sono iracondi.
2) Un’anima, accortasi che Dante è ancora vivo, gli chiede chi sia. Dante risponde all’anima, parlandole del suo viaggio, e poi le chiede chi sia e se è quella la via giusta per salire oltre. L’anima risponde dicendo di essere Marco Lombardo, di aver amato, mentre era in vita, la virtù che ora è da tutti trascurata, che quella è la via giusta per arrivare alla cornice successiva e le chiede di pregare per lui quando sarà in cielo. Dante promette all’anima di pregare per la sua salvezza, ma chiede in cambio di sciogliergli un dubbio che lo tormenta. Egli vuole sapere la ragione perché il mondo è corrotto visto che alcuni ritengono che ciò sia dovuto all’influsso negativo degli astri, mentre altri al comportamento degli uomini.
3) Marco Lombardo spiega a Dante che i cieli muovono negli uomini gli istinti, ma non possono far nulla contro la ragione e il libro arbitrio di cui Dio li ha dotati. La causa di tutti i mali è dunque da ricercare nell’uomo e non negli influssi degli astri. L’anima esce dalle mani di Dio semplice come una fanciulla ingenua che segue l’istinto. Non ha la capacità di distinguere tra il bene e il male, e si lascia attrarre da beni poco duraturi: sono quindi necessari la guida morale della Chiesa e la guida politica dell’imperatore per ricondurla verso Dio.

MARIANGELA LEOTTA

1)Il canto XVI si svolge nella 3 cornice dove troviamo gli iracondi, sono avvolti in un fumo denso, come la notte oscura, che li soffoca e acceca(così come in vita si lasciarono soffocare e accecare dall’ira). Hanno visioni estatiche che rappresentano esempi di mansuetudine e di ira punita. I due poeti avanzano nel fumo acre, dove sentono voci che implorano pace cantando l’AGNUS DEI.
2) A dante si rivolge lo spirito di Marco Lombardo. Il poeta gli chiede se causa del male che appesta il mondo siano le influenza celesti o dell’uomo, e Marco spiega che se le vicende del mondo dipendessero dai cieli, non ci sarebbe libertà, e quindi non esisterebbero il male e il bene . Gli uomini hanno il libero arbitrio, e loro è la responsabilità dell’uso positivo o meno delle inclinazioni ricevute dai cieli.
3) Il discorso di marco lombardo, posto al centro preciso di tutta la Commedia, il discorso di Marco Lombardo è sintesi fondamentale del pensiero dantesco. Questi i principali momenti e motivi in cui si articola =
a) il male del mondo dipende dall’uomo che dotato di libero arbitrio, forza in direzioni maligne le influenze celesti.
b)l’anima nasce dall’amore di Dio e tender naturalmente al bene , ma non distingue fra piaceri veri e fallaci.
c)per aiutare l’uomo furono le leggi e creati il potere temporale e quello spirituale.
d)da qui deriva la teoria medievale dei “due soli” un capo spirituale e un capo temporale che reggano in armonia la cristianità.
e)la corruzione dei due poteri genera il male dei tempi moderni.
f)nostalgia per i tempi antichi in cui nobiltà e cortesia reggevano la società


FEDERICA BONANNO

1.Dante e Virgilio si trovano nella terza cornice,luogo in cui incontrano le anime degli iracondi,ovvero coloro che si sono lasciati andare all'ira.Le anime sono immerse nel buio cupo e profondo,in un fumo molto denso;è il fumo dell'ira che li acceca.L'atmosfera appare serena,in contrapposizione all'ira che ha sconvolto le menti di queste anime quand'erano in vita.

2./3.Dante a causa del fumo,non può vedere le anime,ma ne sente la preghiera che recitano;uno degli iracondi è Marco Lombardo, che ha ascoltato il dialogo tra i due poeti,e inizia a colloquiare con Dante, anticipandogli il tema: La corruzione dell'umanità, è per causa della chiesa che ha usurpato il potere temporale.Subito dopo a Dante gli si pose un dubbio:la causa della corruzione è da attribuire all'influenza dei cieli, o all'irresponsabile comportamento degli uomini? E l'anima gli rispose che secondo lui l uomo è dotato di libero arbitrio, che gli consente di scegliere tra il bene o il male,La corruzione è quindi da ricercare nell'uomo.

STEFANO CONTI NIBALI

1]Nel canto XVI, Dante e Virgilio, si trovano immersi in un fumo denso, che è paragonato ad una notte piena di nuvole. Dante non riesce più a vedere né a tenere gli occhi aperti, Virgilio offre la sua spalla al discepolo come punto di riferimento affinché non si smarrisca. Il significato è che l’ira (il fumo) ottenebra la mente dell’uomo, spingendolo verso il male, sola la ragione (Virgilio) può condurlo verso la salvezza. Nella terza cornice, si trovano le anime degli iracondi che cantano l’Agnus Dei, la preghiera della mansuetudine e della pace che ben si adatta alla loro espiazione. Queste anime in vita ostili nei confronti degli altri, per il loro temperamento, ora recitano la preghiera in perfetta armonia con le altre anime. Dante chiede a Virgilio se sono anime quelle che pregano, e il maestro spiega che sono iracondi.

2]Uno degli iracondi ( Marco Lombardo) che ha ascoltato il dialogo tra i due poeti, chiede a Virgilio se Dante è ancora vivo. Il maestro esorta il discepolo a rispondere all’anima che lo ha interrogato e a chiedere indicazioni per il cammino. Dante dopo aver risposto alla domanda dell’anima, chiede chi sia stata in vita e di indicargli il varco che porta alla quarta cornice. Marco Lombardo precisa due aspetti della sua esistenza: l’esperienza delle cose mondane e l’amore per il valore non seguiti più da nessuno. Successivamente, l’anima risponde alla seconda domanda, precisandogli che Dante sta seguendo la strada giusta; chiede in fine di pregare per lui quando sarà in paradiso. Dante promette all’anima di pregare per la sua salvezza, ma chiede in cambio di chiarirli un dubbio, cioè la causa della corruzione che c’è nel mondo.

3] Marco Lombardo spiega a Dante che gli uomini credono che siano gli astri ad influenzare le loro azioni, ma non è così, poiché, grazie al libero arbitrio è possibile scegliere tra il bene e il male. Quindi la causa della corruzione è da ricercare nell’uomo e non nell’influenza degli astri.

MERY PAFUMI

1.Avvolti da un denso fumo che impedisce la vista, Dante e Virgilio avanzano come ciechi, Dante, per non smarrirsi, si aggrappa alla spalla della sua guida, che lo esorta continuamente a non staccarsi da lui. Mentre procedono, sentono cantare l’ “Agnus Dei”. Virgilio spiega a Dante che a cantare sono gli spiriti macchiati dal peccato dell’ira.
2.Il dubbio di Dante inizialmente era semplice, quando era stato suscitato dalle parole di Guido del Duca che aveva lamentato la corruzione del mondo, lasciando nell’incertezza se la causa fosse da attribuire all’influsso dei cieli o alle azioni umane. Ora è diventato doppio per l’affermazione di Marco Lombardo che esprime un giudizio simile sulla sua situazione terrena. Dante ora non ha più dubbi sul fatto che il mondo è corrotto, ma vuole sapere dall’anima la ragione, dato che vi sono delle idee diverse.
3.Marco Lombardo, seguendo la credenza medievale, non esclude l’influsso degli astri sulle azioni degli uomini. La condizione essenziale affinchè il libero arbitrio possa vincere le influenze negative degli astri è che si fortifichi con la virtù. Marco Lombardo, con molta fede invia un messaggio agli uomini; l’anima, essendo unita al corpo, deve combattere contro gli istinti determinati dai cieli, ma dipende solo da Dio che è una natura più forte e più perfetta degli astri. Quindi responsabili delle proprie azioni sono solo gli uomini.

SANDRO DEL POPOLO

1) Il terzo girone appare avvolto da un fumo densissimo e acre, che circonda le anime degli iracondi, secondo la legge del contrappasso. Dante, avanza guidato da Virgilio,il quale fa da vera e propria guida fisica al primo il quale si perde in quel buio.
2)Marco Lombardo dopo aver notato che Dante è vivo scambia con quest'ultimo delle battute.Dante, considerando Marco Lombardo una persona saggia espone lui un suo dilemma.Infatti chiede se le azioni degli uomini siano influenzate in qualche modo dagli astri.

3)Marco Lombardo risponde che le azioni che gli uomini compiono non sono per niente influenzate dagli astri. Inoltre afferma che Dio ha donato all'uomo la scelta tra bene e male(Libero arbitrio). Quindi il male ed in particolare la corruzione alla quale allude Dante non sono da ricercare nell'influenza degli astri ma proprio nell'uomo. L'uomo sbaglia seguendo l'istinto perchè non è in grado di distinguere ciò che è bene e ciò che è male. Quindi è compito della Chiesa e dell'imperatore fungere da guida.

LA GUZZA LUCIA

Il terzo girone appare avvolto da un fumo densissimo e acre, che circonda le anime degli iracondi, secondo una evidente legge di contrappasso. Dante, che avanza guidato da Virgilio, ode la preghiera dell' "Agnus Dei", che viene recitata in armonico accordo da tutti i penitenti, uno dei quali si rivolge improvvisamente al Poeta, essendosi accorto che egli si comporta come un vivo: è Marco Lombardo, il quale dichiara la sua profonda conoscenza del bene e del male degli uomini e il suo amore per la virtù. Poiché Marco ha ricordato la corruzione morale che si è diffusa nel mondo, Dante chiede che gli venga risolto un dubbio nato in lui durante il colloquio con Guido del Duca: il male che dilaga sulla terra è dovuto a malefici influssi degli astri o all'azione umana? Attraverso una lunga esposizione, Marco dimostra che i cieli muovono nell'uomo gli istinti, ma nulla possono contro la ragione e la libera volontà di cui egli è dotato e che dipendono direttamente da Dio, loro creatore. Perciò la causa del male risiede negli uomini stessi: infatti l'anima, che esce dalle mani di Dio senza nulla conoscere, viene attirata solo da ciò che dà gioia e incomincia a seguire i beni terreni, se non è frenata da una guida (l'imperatore e le leggi che egli ha il compito di far osservare). Ma l'intervento in campo temporale della Chiesa ha provocato una confusione di poteri che è all'origine dell'attuale degenerazione, la quale è particolarmente avvertibile nell'Italia settentrionale, dove pochi sono i rappresentanti rimasti della nobile generazione passata.
Dal punto di vista di Marco Lombardo rispecchierebbe soltanto la mentalità di questo personaggio ancora parzialmente immerso nell'errore: "È chiaro che Marco Lombardo... è lontano dalle posizioni puramente ghibelline. Ma quello che egli dice non è certamente la voce della fede di Dante, la cui prima espressione troveremo nella rappresentazione simbolica del paradiso terrestre". Appare tuttavia difficile non considerare Marco Lombardo essenzialmente un portavoce delle idee dell'autore, sia per la corrispondenza di espressioni e modi stilistici del suo discorso con passi della Monarchia e del Convivio, sia per la forte carica emotiva che ne lievita le parole, sia infine per le considerazioni nostalgicamente orientate verso un passato di luminose virtù (soleva Roma... solea valore e cortesia trovarsi) che il Poeta gli attribuisce.
Per le teoria del libero arbitrio, le azioni degli uomini non sono determanate dall'influsso degli astri. L'uomo infatti ha ricevuto direttamente da Dio il dono di poter scegliere tra il bene e il male. Infatti la risposta di Marco Lombardo al dubbio di Dante è proprio questa, che l'uomo è libero di decidere tra il bene e il male e che la causa della corruzione è da ricercare nell'uomo e non nell'influenza degli astri. Questo è un messaggio ottimistico: l'umanità può rigenerarsi moralmente,e può recuperare quelle virtù essenziali per il raggiungimento della felicità terrena e eterna.






7 commenti:

Anonimo ha detto...

Segue

Marco risponde avvalendosi della definizione tomistica, appresa da Dante dalla Summa Theologiae di San Tommaso d'Aquino. La teoria afferma , per utilizzare le parole del santo, che astra inclinant non necessitant, ossia che gli astri danno effettivamente una prima influenza alle azioni umane, ma la volontà personale può vincerla: infatti, Dio ha conferito all'umanità la facoltà del libero arbitrio. Dunque, con il famoso ossimoro liberi soggiacete (v. 79) Marco Lombardo spiega che l'uomo, pur essendo soggetto a una forza invasiva superiore a quella astrale, ossia quella divina, ha comunque la possibilità di decidere il meglio per se stesso. Di conseguenza, la causa della corruzione del mondo è da cercare nell'animo umano, e non nel cielo.
L'anima prosegue descrivendo la condizione dell'anima umana che, appena uscita dalle mani del suo creatore, che la pensa amorevolmente prima di darle un'identità, è ignara di tutto e tende naturalmente, come una bambina, verso ciò che le procura gioia: tuttavia, è possibile che ciò sia costituito anche da beni di poco conto, come i piaceri materiali, e quindi è necessaria un'autorità, quella regia, che torca la volontà dell'anima verso mete più nobili, per mezzo di un fren costituito dalle leggi.
Da questo punto in poi, il discorso di Marco Lombardo passa da teologico a politico: l'autorità in questione è corrotta, essendo commistionata a quella papale; poiché quest'unione è forzata (infatti il papa detiene a forza il potere temporale), essa è inevitabilmente destinata a produrre conseguenze infauste. Ecco dunque la formulazione della famosa dottrina dei due soli: il potere imperiale e quello papale sono come due soli, ossia sono entrambi voluti da Dio, ma separati e indipendenti l'uno dall'altro. Questa è una ritrattazione della teoria abbracciata inizialmente da Dante, e che espone nel trattato De Monarchia, dove invece parlava di un sole e di una luna: il sole rappresenta il papa, al quale Dio conferisce sia il potere spirituale, sia quello temporale; il pontefice poi conferisce quest'ultimo all'imperatore, simboleggiato dalla luna che, infatti, brilla della luce riflessa del sole.
Segue poi una lode a tre vecchi nella persona dei quali il nobile passato rimprovera aspramente l'incivile presente dantesco: essi sono Corrado da Palazzo, Guido da Castello e 'l buon Gherardo, il quale non è riconosciuto da Dante, che chiede a Marco Lombardo di chiarire la sua identità. L'anima, stupita dalla disinformazione del toscano Dante, risponde di non conoscerlo con altri soprannomi, a meno che non li mutui dalla figlia del personaggio, Gaia. Infine, Marco Lombardo, in vista dell'angelo, si congeda bruscamente dai poeti, e torna alla sua pena d'espiazione.
Antonella Salvà

Anonimo ha detto...

Sera prof.essa...
I primi versi del XVI canto riconducono brutalmente all'atmosfera cupa e buia dell'Inferno, che, tra l'altro, è nominato direttamente al verso iniziale ("Buio d'inferno e di notte privata/ d'ogne pianeto, sotto pover cielo"): Dante, Virgilio si trovano infatti nella terza cornice del Purgatorio, dove scontano la loro pena gli iracondi. La loro punizione consiste nel vagare avvolti da un fumo denso, acre e irritante, che annebbia loro la vista. In loro si osserva il contrappasso poiché in vita furono "accecati" dall'ira.
Dante stesso è partecipe di questa pena, essendo a sua volta ostacolato dal fumo; l'ira è infatti uno dei tre peccati (assieme alla lussuria e alla superbia) dei quali Dante ritiene di essersi macchiato e che il pellegrino, dopo la profezia della sua venuta in Purgatorio alla sua morte da parte di Caronte (Inf, c. III), condivide assieme ai purganti.
In mezzo alla nuvola di fumo, Virgilio offre la sua spalla a Dante, invitandolo a non separarsi da lui mentre lo guida. Allegoricamente, ciò rappresenta che la Ragione può contrastare e addirittura vincere il sentimento dell'iracondia.
Non potendo distinguere alcunché con la vista, Dante si affida al suo udito, e infatti per mezzo di esso il poeta ode delle voci che, con uguale tonalità, cantano assieme preghiere rivolte alla misericordia e alla pace dell'Agnello di Dio (i loro canti, infatti, iniziano tutti con le parole Agnus Dei). Dopo aver chiesto conferma a Virgilio che le voci udite appartengano a spiriti purganti, Dante ode la presentazione della prima anima di questa cornice: essa (di cui ancora non ci viene presentato il nome) riconosce subito Dante come persona appartenente al mondo mortale, poiché il poeta fende il fumo della cornice con il proprio corpo fisico e parla come se dividesse ancora il tempo in mesi, ossia come fanno gli uomini sulla terra: le anime dell'aldilà sono infatti tutte soggette alla dimensione temporale divina, completamente diversa da quella terrena.
L'anima chiede dunque a Dante chi sia, ed egli, esortato a rispondere da parte di Virgilio, espone una breve captatio benevolentiae (vv. 31-33), invitando l'anima a seguirlo: dopo la risposta affermativa di quest'ultima, Dante racconterà del suo viaggio nell'adilà infernale e domanderà all'anima quale sia la sua identità. Essa rivela di essere Marco Lombardo, uomo di corte del XII secolo, conoscitore delle regole del mondo e cultore delle virtù morali. Egli, dopo aver indicato ai poeti la strada corretta per raggiungere la cornice successiva, chiede a Dante, come consuetudine tra le anime purganti, di intercedere per lui con delle preghiere, una volta che sarà giunto in Paradiso. Dante assicura di farlo, e dichiara di avere un duplice dubbio: è l'influsso degli astri o una natura insita nell'animo a controllare le azioni degli uomini, che in quest'epoca (il 1300) sembrano colme di disonestà? Ecco quindi presentato il tema portante del canto, ossia il libero arbitrio, e da qui comincia il discorso teologico di Marco Lombardo.
Antonella Salvà

Anonimo ha detto...

1) Il canto XVI del Purgatorio inizia con una similitudine, infatti il fumo che deve affrontare Dante all’inizio della terza cornice è paragonato al buio dell'inferno e ad una notte piena di nuvole. Esso è talmente pungente che Dante non riesce a tenere gli occhi aperti e Virgilio gli si avvicina e gli offre la sua spalla, raccomandandogli di non perdersi. Dante si paragona ad un cieco che segue la sua guida per non smarrirsi e per non sbattere contro un ostacolo che possa ferirlo. Le anime degli iracondi intonano l’inno Agnus Dei chiedendo pace e misericordia. Essi in vita si lasciarono accecare dal sentimento dell’ira, abbandonandosi alla violenza e alla discordia ,e, ora sono accecati da un denso e fastidioso fumo. Dante a causa del fumo non vede le anime e quindi chiede a Virgilio se sono anime quelle che pregano e il maestro conferma precisando che sono iracondi.
2) Un’anima, accortasi che Dante è ancora vivo, gli chiede chi sia. Dante risponde all’anima, parlandole del suo viaggio, e poi le chiede chi sia e se è quella la via giusta per salire oltre. L’anima risponde dicendo di essere Marco Lombardo, di aver amato, mentre era in vita, la virtù che ora è da tutti trascurata, che quella è la via giusta per arrivare alla cornice successiva e le chiede di pregare per lui quando sarà in cielo. Dante promette all’anima di pregare per la sua salvezza, ma chiede in cambio di sciogliergli un dubbio che lo tormenta. Egli vuole sapere la ragione perché il mondo è corrotto visto che alcuni ritengono che ciò sia dovuto all’influsso negativo degli astri, mentre altri al comportamento degli uomini.
3) Marco Lombardo spiega a Dante che i cieli muovono negli uomini gli istinti, ma non possono far nulla contro la ragione e il libro arbitrio di cui Dio li ha dotati. La causa di tutti i mali è dunque da ricercare nell’uomo e non negli influssi degli astri. L’anima esce dalle mani di Dio semplice come una fanciulla ingenua che segue l’istinto. Non ha la capacità di distinguere tra il bene e il male, e si lascia attrarre da beni poco duraturi: sono quindi necessari la guida morale della Chiesa e la guida politica dell’imperatore per ricondurla verso Dio.



Concetta Russo

Anonimo ha detto...

1.Dante e Virgilio si trovano nella terza cornice,luogo in cui incontrano le anime degli iracondi,ovvero coloro che si sono lasciati andare all'ira.Le anime sono immerse nel buio cupo e profondo,in un fumo molto denso;è il fumo dell'ira che li acceca.L'atmosfera appare serena,in contrapposizione all'ira che ha sconvolto le menti di queste anime quand'erano in vita.

2./3.Dante a causa del fumo,non può vedere le anime,ma ne sente la preghiera che recitano;uno degli iracondi è Marco Lombardo, che ha ascoltato il dialogo tra i due poeti,e inizia a colloquiare con Dante, anticipandogli il tema: La corruzione dell'umanità, è per causa della chiesa che ha usurpato il potere temporale.Subito dopo a Dante gli si pose un dubbio:la causa della corruzione è da attribuire all'influenza dei cieli, o all'irresponsabile comportamento degli uomini? E l'anima gli rispose che secondo lui l uomo è dotato di libero arbitrio, che gli consente di scegliere tra il bene o il male,La corruzione è quindi da ricercare nell'uomo.

Bonanno Federica

Anonimo ha detto...

1]Nel canto XVI, Dante e Virgilio, si trovano immersi in un fumo denso, che è paragonato ad una notte piena di nuvole. Dante non riesce più a vedere né a tenere gli occhi aperti, Virgilio offre la sua spalla al discepolo come punto di riferimento affinché non si smarrisca. Il significato è che l’ira (il fumo) ottenebra la mente dell’uomo, spingendolo verso il male, sola la ragione (Virgilio) può condurlo verso la salvezza. Nella terza cornice, si trovano le anime degli iracondi che cantano l’Agnus Dei, la preghiera della mansuetudine e della pace che ben si adatta alla loro espiazione. Queste anime in vita ostili nei confronti degli altri, per il loro temperamento, ora recitano la preghiera in perfetta armonia con le altre anime. Dante chiede a Virgilio se sono anime quelle che pregano, e il maestro spiega che sono iracondi.

2]Uno degli iracondi ( Marco Lombardo) che ha ascoltato il dialogo tra i due poeti, chiede a Virgilio se Dante è ancora vivo. Il maestro esorta il discepolo a rispondere all’anima che lo ha interrogato e a chiedere indicazioni per il cammino. Dante dopo aver risposto alla domanda dell’anima, chiede chi sia stata in vita e di indicargli il varco che porta alla quarta cornice. Marco Lombardo precisa due aspetti della sua esistenza: l’esperienza delle cose mondane e l’amore per il valore non seguiti più da nessuno. Successivamente, l’anima risponde alla seconda domanda, precisandogli che Dante sta seguendo la strada giusta; chiede in fine di pregare per lui quando sarà in paradiso. Dante promette all’anima di pregare per la sua salvezza, ma chiede in cambio di chiarirli un dubbio, cioè la causa della corruzione che c’è nel mondo.

3] Marco Lombardo spiega a Dante che gli uomini credono che siano gli astri ad influenzare le loro azioni, ma non è così, poiché, grazie al libero arbitrio è possibile scegliere tra il bene e il male. Quindi la causa della corruzione è da ricercare nell’uomo e non nell’influenza degli astri.

STEFANO CONTI NIBALI IV E

Anonimo ha detto...

1.Avvolti da un denso fumo che impedisce la vista, Dante e Virgilio avanzano come ciechi, Dante, per non smarrirsi, si aggrappa alla spalla della sua guida, che lo esorta continuamente a non staccarsi da lui. Mentre procedono, sentono cantare l’ “Agnus Dei”. Virgilio spiega a Dante che a cantare sono gli spiriti macchiati dal peccato dell’ira.
2.Il dubbio di Dante inizialmente era semplice, quando era stato suscitato dalle parole di Guido del Duca che aveva lamentato la corruzione del mondo, lasciando nell’incertezza se la causa fosse da attribuire all’influsso dei cieli o alle azioni umane. Ora è diventato doppio per l’affermazione di Marco Lombardo che esprime un giudizio simile sulla sua situazione terrena. Dante ora non ha più dubbi sul fatto che il mondo è corrotto, ma vuole sapere dall’anima la ragione, dato che vi sono delle idee diverse.
3.Marco Lombardo, seguendo la credenza medievale, non esclude l’influsso degli astri sulle azioni degli uomini. La condizione essenziale affinchè il libero arbitrio possa vincere le influenze negative degli astri è che si fortifichi con la virtù. Marco Lombardo, con molta fede invia un messaggio agli uomini; l’anima, essendo unita al corpo, deve combattere contro gli istinti determinati dai cieli, ma dipende solo da Dio che è una natura più forte e più perfetta degli astri. Quindi responsabili delle proprie azioni sono solo gli uomini.



Mery Pafumi...:)

Sandro ha detto...

1) Il terzo girone appare avvolto da un fumo densissimo e acre, che circonda le anime degli iracondi, secondo la legge del contrappasso. Dante, avanza guidato da Virgilio,il quale fa da vera e propria guida fisica al primo il quale si perde in quel buio.
2)Marco Lombardo dopo aver notato che Dante è vivo scambia con quest'ultimo delle battute.Dante, considerando Marco Lombardo una persona saggia espone lui un suo dilemma.Infatti chiede se le azioni degli uomini siano influenzate in qualche modo dagli astri.

3)Marco Lombardo risponde che le azioni che gli uomini compiono non sono per niente influenzate dagli astri. Inoltre afferma che Dio ha donato all'uomo la scelta tra bene e male(Libero arbitrio). Quindi il male ed in particolare la corruzione alla quale allude Dante non sono da ricercare nell'influenza degli astri ma proprio nell'uomo. L'uomo sbaglia seguendo l'istinto perchè non è in grado di distinguere ciò che è bene e ciò che è male. Quindi è compito della Chiesa e dell'imperatore fungere da guida.