Siamo su Dienneti

domenica 29 marzo 2009

I TRIONFI


Petrarca

Trionfi

I Trionfi sono un poema in terzine di endecasillabi a rima incatenata, a contenuto in parte allegorico e in parte autobiografico, iniziato da Francesco Petrarca in Provenza, a Valchiusa, nella primavera del 1351 e terminato ad Arquà nel 1374. Divisa in sei parti latinamente denominate Triumphus Cupidinis, Triumphus Pudicitiae, Triumphus Mortis, Triumphus Famae, Triumphus Temporis e Triumphus Eternitatis, l’opera, infarcita di riferimenti e di personaggi storici, allegorici, biblici, mitologici e letterari, narra una visione avuta da Petrarca un 6 aprile, giorno anniversario del suo primo incontro con Laura. In una specie di galleria composta da sei quadri allegorici, il poeta descrive, in successione, il trionfo di Amore-Cupido (ai cui prigionieri a un certo punto viene ad aggiungersi lo stesso Petrarca, "catturato" dall’amore per Laura), il trionfo della Pudicizia (impersonata dalla stessa Laura, refrattaria alle lusinghe di Amore), il trionfo della Morte su Laura (che nel secondo dei due capitoli di cui si compone Triumphus Mortis compare in sogno al poeta ed intreccia con lui un lungo dialogo), la vittoria della Fama sulla Morte (che si svolge attraverso una ricca rassegna di illustri uomini d’azione, la vittoria del Tempo sulla Fama (che contiene una serie di considerazioni sulla caducità della gloria) e il trionfo dell’Eternità sul Tempo (che in una dimensione profetica post-apocalittica descrive la fine dei tempi e della Storia). Sensibile, sia a livello ideologico sia a livello linguistico, l’influenza della Commedia di Dante sul poema petrarchesco.

Il Triumphus Mortis propone la narrazione della morte di Laura, donna che suscitò in Petrarca grande passione, ma sulla cui identità storica non vi è certezza. L'episodio rappresenta il momento di più grande dolore nella vita del poeta stesso e viene rappresentato in quest'opera attraverso un'allegoria che solo nel singolo momento del decesso diventa la precisa e drammatica descrizione della tragedia di Laura. Quest'ultima sta tornando in Provenza, seguita dal corteo della vergini, con l'aiuto delle quali aveva sostenuto vittoriosamente la battaglia contro Amore nel Triumphus Pudicitiae (un'altra parte dei Trionfi); la Morte l'affronta minacciosa annunciandole la sua fine imminente. Laura rimane però serena e la sua risposta è dettata dalla sicurezza di poter ricongiungere la propria anima con il Creatore dopo la morte del corpo e contemporaneamente la campagna lì intorno appare invasa dalla processione lugubre dei vinti della Morte

LABORATORIO DI SCRITTURA "Chiare, fresche e dolci acque.."


GIADA GIUFFRIDA
1)- I temi sono: l'amore per Laura, il rapporto con la natura, il recupero memoriale, il sentimento nostalgico del passato, l'attesa ansiosa della morte.
2)- Nella prima stanza vengono elencati una serie di elementi del paesaggio, che ricordano la prima visione di Laura, avvenuta lungo le rive del fiume Sorga, tra Avignone e Valchiusa.
-Nella seconda e terza stanza Petrarca dichiara di voler essere sepolto lungo le rive del fiume, avendo così la speranza che un giorno Laura potrà tornare a piangere sulla sua tomba.
-La quarta stanza si ricongiunge alla prima. Il parallelismo tra il v.41 (dolce ne la memoria) e il v.5 (con sospir’ mi rimembra) è un esempio di tale ripresa. Qui il sentimento nostalgico del passato si intreccia con la descrizione della donna.
-Nella quinta stanza il poeta racconta che la sfolgorante bellezza di Laura gli avevano tolto la memoria, a tal punto da allontanarlo dalla realtà e tanto da chiedersi “qui come venn’io, o quando?”.
3)- La natura ha la funzione di sublimare la figura di Laura, la quale, a sua volta, la umanizza: l’uno non è pensabile senza l’altra e viceversa.
4)- Canzone di cinque stanze di tredici versi ciascuna, quattro endecasillabi e nove settenari, con fronte divisa in due piedi e sirma collegata alla fronte della chiave, con rime secondo lo schema abC, abC; cdeeDfF. Il congedo presenta lo schema degli ultimi tre versi della sirma.
5)- AMORE PER LAURA: dolce, begli occhi, belle membra, angelico seno, bel velo, bella, mansueta, amoroso, trecce bionde, divin portamento, volto et parole et dolce viso.
RAPPORTO CON LA NATURA: chiare, fresche, dolci, gentil ramo, sacro, sereno, bei rami, pioggia di fiori.
ARRIVO DELLA MORTE: dubbioso, cruda, mio destino, dolenti miei parole.
RICORDO: con sospir’ mi rimembra, dolce ne la memoria.
PASSATO: giorno benedetto, spavento.
6)- La donna nello Stilnovismo era mezzo di elevazione spirituale, di mediatrice tra l’uomo e Dio. Ma per Petrarca, Laura è causa di turbamento, di estasi del suo animo, costretto a sopportare la sua assenza.
7)- V.16 (ch’Amor quest’occhi lagrimando chiuda)
8)- È una canzone che a differenza del sonetto, che nella sua brevità impone una grande concentrazione espressiva, la stanza di canzone consente al poeta un andamento sintattico più lento e sinuoso.
10)- L’effetto di questa poesia è in gran parte musicale. Vi contribuisce la scelta di uno schema strofico in cui prevalgono i settenari, che avvicinano le rime; ogni membro della stanza è poi chiuso da un endecasillabo, che distende il ritmo.

YVONNE SGROI

PARAFRASI

1-13
O acque chiare, fresche e dolci, in cui colei che l’unica sembra a me donna mise le sue belle membra; ramo nobile al quale fece piacere a lei di darle sostegno al bel fianco (me ne ricordo con sospiri); erba e fiori che la gonna elegante ricoprì insieme al seno angelico; aria sacra, serena, dove Amore mi aprì il cuore con i begli occhi di Laura: date ascolto tutti alle mie ultime parole dolorose.

14-19
Se è proprio mio destino che Amore chiuda questi miei occhi piangenti, e il cielo agisce in tale direzione, un qualche gesto pietoso ricopra il mio povero corpo fra voi, e l’anima torni nuda alla propria sede.

20-26
La morte sarà meno dolorosa se porto con me questa speranza a quel paesaggio pauroso: perché la mia anima stanca non potrebbe mai comunque abbandonare la carne tormentata e le ossa in una tomba più rasserenante né in una fossa più tranquilla.

27-39
Forse verrà un tempo che la belva bella e mansueta torni ancora a questo luogo già noto, e volga lo sguardo, desiderosa e lieta, là dove ella mi vide nel giorno benedetto cercandomi; e, o pietà!, vedendomi già divenuto terra tra le pietre, Amore la ispiri in modo che ella sospiri così dolcemente che ottenga per me grazia, e forzi il cielo, asciugandosi gli occhi con il bel velo.

40-45
Una pioggia di fiori scendeva dai bei rami sopra il suo grembo; ed ella era seduta in atteggiamento umile tra tanta gloria, già ricoperta dalla nuvola amorosa.

46-52
Qualche fiore cadeva sul lembo, qualche altro sulle trecce bionde, che quel giorno a vederle erano oro luccicante e perle; qualche altro si posava in terra, e qualche altro sull’acqua; qualche altro con un aggraziato movimento volteggiando, pareva dire: “Qui regna Amore”.

53-65
Allora quante volte io dissi pieno di spavento: “Costei certamente è nata in paradiso!” L’atteggiamento divino e il volto e le parole e il dolce modo di ridere di Laura m’avevano a tal punto riempito di dimenticanza, e mi avevano a tal punto diviso dalle vere parvenze che io dicevo sospirando: “Come sono venuto io qui, o quando?”; credendo di essere in cielo, non là dov’ero. Da quel momento in poi quest’erba mi piace a tal punto che altrove non ho serenità.

66-68
Se tu avessi bellezze quanto vorresti potresti con sicurezza uscire dal bosco e andare tra la gente.


SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

1. I temi più cari al poeta sono: l’amore per Laura e la natura. Le due tematiche vengono affrontate in modo parallelo: l’amore sconvolge la vita del poeta accentuando il suo dissidio interiore, ma egli è anche felice per il suo forte sentimento, e la descrizione dei paesaggi che fanno da sfondo alla passione corrispondono al suo stato d’animo.

2. DIVISIONE IN STANZE:
I stanza (vv 1-13)
Il poeta elenca dei particolari del paesaggio che vede ancora legati a Laura, la quale è invitata all’ascoltare il poeta.
II stanza (vv 14-26)
Petrarca chiede, al caro paesaggio legato al ricordo di Laura, di essere sepolto in quel luogo quando arriverà la morte, che egli sente vicino. Affida questa richiesta al paesaggio perché così la morte sarà meno dolorosa perché l’animo abbandonerà il corpo nella fossa più tranquilla.
III stanza (vv 27-39)
Si tratta evidentemente di un sogno, come indica anche il “forse” (v. 27) con lo scopo di rasserenare il poeta che sogna Laura in ritorno in quel luogo e che ottiene grazia per Petrarca piangendo per il corpo dell’amato divenuto polvere.
IV stanza ( vv 40-52)
Egli ricorda che una pioggia di fiori cade sopra il grembo di Laura. Questo è un segno naturale per l’amata.
V stanza (vv 53-68)
La perdita del rapporto normale con la realtà e lo smarrimento psicologico caratterizzano il turbamento del poeta che vede il luogo dell’incontro con Laura come un luogo sacro. Il congedo ci riporta al presente ed è il poeta stesso ad ammettere l’estrema semplicità di questa canzone.

3. Il paesaggio non è solo uno sfondo dell’apparizione della donna, ma stabilisce un intimo rapporto con la sua presenza: l’uno non è pensabile senza l’altra e viceversa.
( “le acque dove si immerse”).
4. METRICA:
Canzone di cinque stanze di tredici versi ciascuno, quattro endecasillabi e nove settenari, con fronte divisa in due piedi e sirma collegata alla fronte dalla chiave con rime secondo lo schema abC, abC, cdeeDfF. Il congedo presenta lo schema degli ultimi tre versi della sirma.
5. MOTIVI STILNOVISTICI:
In tutto il componimento c’è la figura della donna vista come angelo ( “angelico seno”, “aere sacro”, “benedetto il giorno”), ma nella quinta stanza la memoria consente il miracolo e il poeta si convince che la donna è nata in paradiso. Ma la donna nello stil novo era mezzo di elevazione spirituale, Laura è causa di turbamento nel’animo dell’amante che è costretto a sopportare la distanza.
6. LEGAME AMORE-MORTE:
Il legame tra l’amore e la morte è presente nei versi: 14-19, 33-39.
7. CONGEDO DELLA CANZONE:
umile e delicato in tono minore. Ci riporta al presente. Il poeta ammette la semplicità della canzone.
8. COMPONENTI ANGELICHE E FISICHE DI LAURA.
FISICHE: “belle membra” (v 2); “al bel fianco” (v 6); “begli occhi” (v 11); “fera bella et mansueta” (v 29); “suo grembo” (v 42); “humile” (v 44); “trecce bionde” (v 47); “dolce riso” (v 58).
ANGELICHE: “angelico seno” (v 9); “divin comportamento” (v 57).
9. Nella canzone abbiamo quattro endecasillabi e nove settenari. Quindi prevalgono i settenari.
10. ASPETTI REALISTICI E LETTERALI DEL PAESAGGIO:
ASPETTI REALSTICI: “chiare, fresche et dolci acque” (v 1); “herba et fiori che la gonna leggiadra ricoverse” (vv 7-8); “da’ be’ rami scendea (dolce ne la memoria) una pioggia di fior’ sovra ‘l suo grembo” (vv 40-41-42); “ da indi in qua mi piace questa herba sì, ch’altrove non ò pace” (vv 64-65).
ASPETTI LETTERARI: “ramo nobile” (v 4).


CONCETTA RUSSO

1) I temi principali sono: l’amore per Laura, la natura, la nostalgia del passato e l’attesa ansiosa della morte.
2) Nella prima stanza vi sono una serie di elementi che ricordano Laura. Nella seconda e terza stanza Petrarca afferma di voler essere sepolto vicino al fiume dove incontrò Laura per la prima volta nella speranza che un giorno Laura torni lì nella tomba dove sarà sepolto. Nella quarta stanza il poeta ricorda il passato tramite dei fiori che cadevano sul grembo di Laura. Nella quinta stanza invece viene messa in evidenza la bellezza di Laura che colpisce al tal punto il poeta che perde la memoria e si allontana dalla realtà.
3) La funzione della natura è quella di sublimare Laura e di personificarla.
4) La struttura metrica è: una canzone formata da cinque stanze di tredici versi ciascuna, quattro endecasillabi e nove settenari. La fronte è divisa in due piedi e sirma collegata alla fronte. Le rime sono secondo lo schema abC, abC; cdeeDfF.
5) Gli aggettivi presenti in questa canzone servono per descrivere: la bellezza di Laura ( begli occhi, belle membra, angelico seno, trecce bionde, dolce viso); il rapporto con la natura (chiare, fresche, dolci, pioggia di fiori, bei rami); l’arrivo della morte (dubbioso, mio destino, dolenti mie parole)
6) La donna stilnovista era una mediatrice tra l’uomo e Dio, una donna angelo, mentre per Petrarca la donna cioè Laura è la causa della sua tristezza perché è costretto a sopportare la sua assenza.
7) Il legame tra amore e morte è presente nei versi 14-19 e 33-39.
8) Le componenti fisiche e angeliche di Laura sono: v.2 belle membra; v.6 al bel fianco; v.9 angelico seno; v.11 begli occhi; v.42 suo grembo; v.47 trecce bionde; v.57 divin comportamento.
9) Nella canzone prevalgono i settenari infatti ne abbiamo nove, mentre di endecasillabi quattro.
Gli aspetti letterari sono al v. 4 ramo nobile; mentre quelli realistici: v.1 chiare fresche et dolci acque; vv.7-8 herba et fiori che la gonna leggiadra ricoverse; vv.40-42 da’ be’ rami scendea
una pioggia di fior’ sovra ‘l suo grembo.

STEFANO CONTI NIBALIAnonimo

1)- I temi sono: l'amore per Laura, il rapporto con la natura.
2)- nella prima stanza vi sono elementi della Natura, che viene personificata ed individuata negli stessi modi, aspetti e forme che caratterizzarono l'incontro con Laura.
-Nella seconda stanza emergono alcune riflessioni sul proprio destino, guardando anche alla vita dell’aldilà. Il poeta spera di essere sepolto in mezzo alla Natura che è stata testimone del suo incontro con Laura.
-Nella terza stanza Laura pietosa nei confronti del poeta piangerà la sua morte in quel luogo e pregherà Dio per la salvezza della sua anima.
-Nella quarta stanza vi è la rievocazione di Laura nel tripudio della natura primaverile. Quindi si collega alla prima stanza.
-Nella quinta stanza il poeta tenta di chiarire la trasformazione interiore che la memoria ha prodotto. La mutazione di spazi e tempi si completa. Le rive del Sorga si confondono con il Paradiso e Laura con una divinità.
3) La natura ha la funzione di esaltare la figura di Laura e renderla astratta.
4) Canzone di cinque stanze di tredici versi ciascuno, quattro endecasillabi e nove settenari, con fronte divisa in due piedi e sirma collegata alla fronte dalla chiave con rime secondo lo schema abC, abC, cdeeDfF. Il congedo presenta lo schema degli ultimi tre versi della sirma.
5)nel componimento vi è l’attribuzione alla donna di caratteristiche angeliche. Numerose sono le espressioni che vi si richiamano ( “angelico seno”, “aere sacro”, “benedetto il giorno”, la donna “humile in tanta gloria”). La donna ( Laura ) provoca turbamento nell’animo del poeta.
6 Il legame tra amore e morte è presente nei versi: 14-19 “S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra, ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda, qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra, e torni l'alma al proprio albergo ignuda” , 33-39 “Cercandomi; ed o pietà! già terra infra le pietre vedendo, Amor l'inspiri in guisa che sospiri sì dolcemente che mercé m'impetre, e faccia forza al cielo asciugandosi gli occhi col bel velo”.
7) il congedo vv 66-68 è umile e delicato in “tono minore”
8) Nella canzone abbiamo endecasillabi (3, 6, 11, 13) e settenari (1, 2, 4, 5, 7, 8, 9, 10, 12) con una netta prevalenza di questi ultimi.
9) Gli aspetti realistici della composizione sono “chiare, fresche et dolci acque” (v 1); “herba et fiori che la gonna leggiadra ricoverse” (vv 7-8); “da’ be’ rami scendea una pioggia di fior’ sovra ‘l suo grembo” (vv 40-41-42); “ da indi in qua mi piace questa herba sì, ch’altrove non ò pace” (vv 64-65). L’aspetto letterario“ramo nobile” (v 4).





martedì 24 marzo 2009

Chiare, fresche et dolci acque,


Prima stanza

Chiare fresche e dolci acque
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.

Seconda stanza

S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.

Terza stanza

Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.

Quarta stanza

Da' be' rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando perea dir: "Qui regna Amore".

Quinta stanze

Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!".
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sì ch'altrove non ò pace.

CONGEDO

Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco e gir infra la gente.

La poesia fu composta probabilmente tra il1340 e il 1341 ed è fondata sulla rievocazione del giorno in cui Petrarca vide per la prima volta Laura nel pieno del paesaggio provenzale tra Valchiusa ed il fiume Sorga.Vi ritroviamo tematiche care
all'ispirazione petrarchesca: l'amore per Laura,il rapporto con la natura, il recupero memoriale,il sentimento nostalgico del passato, l'attesa ansiosa della morte.

Emergono alcune riflessioni sul proprio destino doloroso, guardando anche alla vita dell'aldilà. E' il corpo che fa da tramite alla riflessione, che implica ancora il vivo sentimento d'amore.Il poeta spera di essere sepolto in mezzo alla Natura che è stata testimone del suo incontro - nobilitante - con Laura.Il distacco dalla vita così sarà meno duro.La natura è cornice ideale per confortare il momento della morte è referente di quiete eterna e di pace dell'animo.Il rapporto individuato è tra il presente - contrassegnato dalla speranza di una morte rasserenante- ed il futuro inteso in chiave cristiana.

Laura finalmente pietosa nei confronti del poeta verrà all'abituale luogo, piangerà la sua morte e pregherà Dio per la sua anima.Il tono non è più evocativo e si spinge a prefigurare una funzione di Laura , donna pietosa e dotata di virtù moralizzanti. Il rapporto temporale è tutto proteso verso il futuro attraverso un sogno surreale e forse illusorio di condivisione di sentimenti al di là della vita..

E' la rievocazione di Laura nel tripudio della natura primaverile. Nasce il topos dell'incontro amoroso immerso in una natura rigenerata, festante, animata dalle forze creative degli esseri. Dai fiori si passa per analogia ad altri elementi preziosi legati al corpo della donna: i capelli biondi appaiono simili all'oro e alle perle. L'atteggiamento di Laura è umile ( dote cristiana spiritualizzante ) ma tutto, attorno a lei, suggerisce un'atmosfera amorosa. Il rapporto temporale è di nuovo indirizzato verso il passato nostalgicamente idealizzato nella rievocazione dell'incontro.

L'ultima strofa è quella di maggior astrazione ove il poeta tenta di chiarire la trasformazione interiore che la memoria ha prodotto. La trasfigurazione di spazi e tempi si completa. Le rive del Sorga si confondono con un luogo paradisiaco, Laura con una divinità.Il poeta si chiede come tale trasfigurazione sia possibile e che cosa l'abbia prodotta.L'unico legame che viene evocato è con gli spazi: l'astrazione non sostituisce il piacere del contatto appagante con i luoghi della sua felicità terrena, i l rapporto temporale è ancora indirizzato verso il passato ma costantemente raffrontato con gli effetti di trasfigurazione interiore, operati sui dati della memoria e operanti nel presente.

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

1.QUALI TEMI CARI ALL'ISPIRAZIONE PETRARCHESCA COMPAIONO IN

QUESTO TESTO?

2.SINTETIZZA LE CINQUE VISIONI PRESENTI NELLA CANZONE.

3.CHIARISCI LA NATURA DEL RAPPORTO ESISTENTE TRA IL

PAESAGGIO PRIMAVERILE E LAURA

4.QUAL'E' LA STRUTTURA METRICA DELLACANZONE PETRARCHESCA?

5.INDIVIDUA LAFUNZIONE DEGLI AGGETTIVI PRESENTI NELLA LIRICA E

CHIARISCINE LA SEMANTICA.

6.PRECISA IN CHE MISURA RITORNINO I MOTIVI STILNOVISTICI NELLA

RAPPRESENTAZIONE DELLA DONNA E COME INVECE ILPOETA LI SUPERI.

7.RICERCA I VERSI IN CUI E' PRESENTE IL LEGAME TRA AMORE E MORTE.

8.NELCONGEDO DELLA CANZONE SI DEDUCE UNA DICHIARAZIONE DI

APPARTENENZA AD UN PRECISO GENERE POETICO:QUALE?

9.INDIVIDUA NEL RITRATTO FISICO DI LAURA LE COMPONENTI ANGELICHE

E QUELLE FISICHE.

10.NELLA CANZONE PREVALGONO GLI ENDECASILLABI O I SETTENARI?

11.COGLI TUTTE LE CARATTERISTICHE DELPAESAGGIO ED INDIVIDUANE

GLI ASPETTI REALISTICI E LETTERARI.




LABORATORIO DI SCRITTURA" La vita fugge, et non s'arresta una hora"


GIADA GIUFFRIDA
PARAFRASI La vita fugge e non si ferma un attimo, e la morte la segue a marce forzate, e le cose del presente e del passato mi creano affanno, e anche quelle del futuro; da un lato mi angoscia il ricordo del passato, dall’altro l’attesa del futuro, tanto che in verità io mi sarei già tratto fuori da questi pensieri con la morte, se non fosse per la pietà verso me stesso. Mi tornano in mente quelle gioie che provò il mio cuore addolorato, e poi rivolgendomi al futuro, vedo una tempesta che si abbatte sulla mia navigazione; vedo tempesta persino nel porto, e vedo il mio timoniere ormai stanco,e troncati gli alberi della nave e le sartie, e privi di luce gli occhi belli che ero solito ammirare. LE FUNZIONI SPAZIO-TEMPORALI Il tema del sonetto è il presente, ma il passato e il futuro convergono nell’eterno presente. STRUTTURE MORFOSINTATTICHE Dal punto di vista sintattico e lessicale troviamo versi composti per lo più da periodi paratattici, con un lessico molto ricercato, ma allo stesso tempo di facile comprensione. LINGUAGGIO POETICO Il componimento è un sonetto, struttura metrica molto usata dall'autore per le sue poesie, di endecasillabi legati da rime secondo lo schema ABBA-ABBA-CDE-CDE. È uno dei primi sonetti della seconda parte del Canzoniere, quella che piange la morte di Laura (avvenuta nel 1348). Qui la scomparsa della donna è solo accennata nell’ultimo verso, a conclusione di una meditazione sul tempo che consuma la vita. Figure retoriche: - enjambement ai versi 3-4 / 9-10 / 10-11 / 12-13. - anastrofe ai versi 7/8. -anafora ai versi 11/12. -enfasi al verso 14. -allitterazioni: et, et…. -perifrasi al verso 8. -metafore nella prima quartina e nella prima terzina. SPUNTI PER LA RIFLESSIONE 1. La frantumazione dell’io viene descritta attraverso termini antitetici: rimembrare (il ricordo di Laura gli procura angoscia), aspettar (timore per il futuro, non avendo alcuna soluzione, speranza né alcun spiraglio di felicità). 2. Il tempo si ripercuote sempre nell’io del poeta. Petrarca prendendo spunto dalla morte di Laura passa all’universale, ma poi ritorna nella sua amara situazione. Il sonetto è al presente ma il passato e il futuro convergono nell’eterno presente. 3. La metafora della nave rappresenta per Petrarca il viaggio della vita, sofferente, difficile ancor di più quando, una volta perduti quei lumi bei che lo orientavano e gli davano un senso, è incapace di pensare a una conclusione serena della vita. Mentre la metafora della nave, per Umberto Saba, rappresenta il percorso della sua vita, che proprio come l’eroe greco Ulisse, ha dovuto superare molti ostacoli, ma dentro di se ha ancora il desiderio di conoscere. Così rinuncia alle luci del porto (raccolta intorno al petrarchesco “lume”,v.11) per dirigersi verso l’alto mare, accettando la sfida con la vita.

SANDRO DEL POPOLO


Parafrasi
La vita fugge e non si ferma un' attimo, è la morte mi viene dietro molto velocemente, gi elementi del presente, del passato e del futuro mi tormentano;da un lato mi rattrista il ricordo del passato, dall'altro l'attesa del futuro, in verità io mi sarei tolto fuori, da queste frasi con la morte, se non fosse per la pietà verso me.
Mi tornano in mente quelle gioie che molto probabilmente ha provato il mio cuore ferito; e poi guardando il futuro vedo una tempesta che si abbatte sulla mia vita, vedo tempesta perfino nei porti e vedo il timoniere ormai senza forze; e tagliati gli elementi più importanti della mia flotta, e privi di speranza gli occhi meravigliosi di Laura che solitamente guardavo.

Funzioni spazio temporali:
In questo sonetto di Francesco Petrarca lo spazio e il tempo rappresentano l'eternità infatti viene usato nell'opera in prevalenza, come tempo verbale il presente.

Strutture Morfosintattiche
In quest'opera prevale la paratassi, il linguaggio e molto difficile da comprendere a causa di ciò.

Linguaggio poetico:
Il sonetto è costituito da due quartine e due terzine con rime alternate con lo schema ABBA;ABBA;CDE,CDE
Anafora:Vv 11-12(veggio)
Antitesi:Vv 2-3(le cose presenti et passate et future)
Perifrasi:Vv 8 con chiaro riferimento al suicidio
Enfasi:Vv 14-15 (bei lumi mei)
Enjambement:Vv 2-3 8-9 10-11 12-14

Spunti per la riflessione:
1)Il poeta Francesco Petrarca descrive la frammentazione dell' "io" utilizzando delle antitesi come ad es: "rimembrar", "quinci" e "quindi".
2)Lo spazio e il tempo ricoprono la funzione psicologica e sintattica.
3)Le due metafore che rappresentano la "navigazione" e il "porto" rappresenta per Francesco Petrarca la condizione transitoria dell'uomo sulla terra.
Secondo Umberto Saba rappresenta una transizione che viene evidenziata accettando la sfida che gli propone la vita.

ROSSANA ZAGAMI

PARAFRASI:

La vita fugge e non si ferma un attimo, e la morte la segue a marce forzate, e le cose del presente e del passato mi stancano e anche quelle del futuro. Da una parte il ricordo del passato mi angoscia, dall'altra l'attesa del futuro, a tal punto che sinceramente io mi sarei già tirato fuori da tali pensieri, se non fosse per la pietà che ho per me stesso. Mi tornano in mente quelle gioie che provò il mio cuore addolorato e poi guardando il futuro vedo una tempesta che si scaglia sulla mia navigazione; vedo la tempesta persino nel porto, e vedo il timoniere già stanco ,e abbattuti gli alberi e le sartie della nave, e gli occhi belli di Laura, che ero abituato a guardare, erano privi di luce.

FUNZIONI SPAZIO TEMPORALI:

Lo spazio e il tempo assumono significato di eternità. Passato,presente e futuro convergono nel presente, andando a formare un "eterno presente".

STRUTTURE MORFOSINTATTICHE:

In questo componimento non troviamo dei periodo complessi formati da proposizioni particolari, ma troviamo la PARATASSI, cioè periodi semplici.

LINGUAGGIO POETICO:

-Metafore: prima parte: si ha la personificazione
della morte con la guerra.

seconda parte: l'esistenza dell'uomo viene paragonata ad una navigazione.

-Variatio Complementi: la troviamo nell'ultima terzina, sta a significare la variazione, in questo caso, del complemento oggetto.

-Enfasi: anch'essa la troviamo nell'ultima terzina vv:14, riferita agli occhi di Laura " bei lumi".

-Rime: ABBA, ABBA, CDE, CDE

-Enjambement: vv. 3-4; vv. 9-10; vv. 10-11; vv. 12-13.

-Anafora: "veggio" vv. 11; vv.12

-Iperbato: riguarda il soggetto, è l'aggettivo ad esso riferito sta alla fine del verso. vv.14 " bei lumi.... spenti"

-Allitterazioni: congiunzione "et", più volte ripetuta.

-Anastrofe: vv.7 e 8

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE:

1) La frantumazione dell'io del Petrarca, si denota soprattutto dai termini " rimembrare e aspettare",essi sono antitetici.
Il ricordo a lui provoca dolore; il pensiero del passato, vivere il presente e la speranza in un futuro nel quale non trova speranza lacerano il suo stato d'animo.

2)Il tempo e lo spazio sono comunque riferiti all'io del poeta.
essi assumono il significato di " eterno presente" convergendo nel presente.

3)Nel suo componimento, Umberto Saba, come l'eroe Ulisse, dovette superare tanti ostacoli, avendo dentro di se ancora il desiderio di conoscere.
La dimensione interiore si riflette sul paesaggio, che diventa uno specchio del dissidio da cui è lacerato, ma si tratta di un dissidio molto diverso da quello Petrarchesco.Per Petrarca il Porto rappresenta la salvezza.

ANTONELLA SALVA'

Analisi
Parafrasi

La vita fugge e non si ferma un attimo, e la morte la segue a marce forzate, e le cose del presente e del passato mi stancano e anche quelle del futuro. Da una parte il ricordo del passato mi angoscia, dall'altra l'attesa del futuro, a tal punto che sinceramente io mi sarei già tirato fuori da tali pensieri, se non fosse per la pietà che ho per me stesso. Mi tornano in mente quelle gioie che provò il mio cuore addolorato e poi guardando il futuro vedo una tempesta che si scaglia sulla mia navigazione; vedo la tempesta persino nel porto, e vedo il timoniere già stanco ,e abbattuti gli alberi e le sartie della nave, e gli occhi belli di Laura, che ero abituato a guardare, erano privi di luce.

Funzioni spazio temporali
Il sonetto è pervaso da un eterno presente.

Strutture morfosintatiche
L’incalzarsi delle preposizioni, sottolineato dal ripetersi della congiunzione , determina un ritmo assai stentato e faticoso. Anche l’utilizzo di apostrofi e forme elise e tronche dà l’idea di questa lacerazione interiore, in quanto presentano un ritmo spezzato, sincopato.

Linguaggio poetico
Il sonetto è diviso in due quartine e in due terzine secondo lo schema ritmico ABBA ABBA CDE CDE.
-Iperbato:vv.14 " bei lumi... spenti"
-Anafora:vv. 11; vv.12 "veggio...veggio" e che è presupposta per tre volte anche nei successivi "veggio stanco omai/ il mio nocchier, et veggio rotte arbore et sarte,/ et veggio i lumi bei..."

-Enjambement: vv. 3-4; vv. 9-10; vv. 10-11; vv. 12-13.
-Metafora: vv.4 "mi dànno guerra" metafora della morte con la guerra, vv.11 "veggio al mio navigar turbati i venti" metafora della vita come navigazione in un mare tempestoso.

Spunti per la riflessione
1-IL sonetto è percorso da un ritmo rotto ed agitato, nasce nell'animo del Petrarca in un'ora di grave turbamento, di pesante e cupo sconforto. Laura è morta, infatti si avverte la fugacità della vita, sente dietro di se il passo affrettato della morte, e non sa riconoscere alcun motivo di conforto nei ricordi del passato, non intravede alcuna luce di speranza nell'avvenire. Tutto intorno a lui è rovina e tempesta. L'ultimo verso, infatti, addensa una tragica oscurità, poiché dimostra un naufragio esistenziale.
2-Insrito nella seconda parte del Canzoniere, contiene le rime "in morte" di Laura, questo sonetto assume nel contesto il significato di una dolorosa constatazione della vanità dei beni terreni, che prelude al pentimento e lla conversione. Ma il presente, il passato e il futuro si danno guerra, senza allinearsi in una sequenza orientata erso una direzione, come era solito nella concezione cristiana medievale del tempo.
3-La metafora della navigazione per indicare l'esistenza è di uso piuttosto comune nella tradizione letteraria. Molte volte però, dal secolo XIV in poi, ad agire sull'immaginario degli autori sono stati aspetti che appartengono all'elaborazione di essa operata da Petrarca nel Canzoniere. Questa è l'impressione che ricava per esempio dinanzi alla poesia Ulisse di Umberto Saba.Il titolo richiama il personaggio omerico, che il poeta sceglie come un esempio di un coraggio e un amore spesso inconsapevoli.
La poesia si divide in due parti.La dimensione interiore i riflette sul paesaggio, che diventa uno specchio del conflitto da cui è lacerato (gli isolotti "belli" e carini d'"insidia" corrispondono al "doloroso amore"), ma si tratta di un dissidio molto diverso da quello petrarchesco, del quale pure imita alcune forme di rappresentazione. In Saba la poesia è sincera rivelazione della coscienza, smascheramento delle pulsioni che la agitano, fra le quali ha una funzione preminente l'eros. Dietro l'apparente semplicità di suoi versi si nasconte l'abisso dell'incoscio che supera le rimozioni operata dall'io.

CHARLIE GRIOLI

La vita fugge et non s’arresta una hora
Parafrasi
La vita fugge e non si ferma un istante e la morte la segue a marce forzate e le cose del presente e del passato mi creano affanno, e anche quelle del futuro; da un lato mi angoscia il ricordo del passato, dall’altro l’attesa del futuro tanto che in verità io mi sarei già tratto fuori da questi pensieri con la morte , se non fosse per la pietà verso me stesso. Mi tornano in mente quelle gioie che eventualmente provò il mio cuore addolorato; e poi, rivolgendomi al futuro, vedo una tempesta che si abbatte sulla mia navigazione; vedo tempesta persino nel porto, e vedo il mio timoniere ormai stanco, e troncati gli alberi della nave e le sartie , e privi di luce gli occhi belli di Laura che ero solito ammirare.
Funzioni spazio-temporali
Le tematiche riguardano un eterno presente.
Strutture morfosintattiche
Troviamo periodi paratattici.
Linguaggio poetico
Metrica: Sonetto con rime secondo lo schema ABBA,ABBA;CDE,CDE.
Metafore: sono presenti la metafora della guerra e della navigazione.
Anafore: verso 11 - 12 ( “veggio…veggio”)
Iperbato: verso 14 (“lumi bei”,”spenti”)
Allitterazione: verso 12-13-14 (“et”)
Anastrofe: verso 7-8 (“ odi me stesso pietate”,” di questi pensier fora”)
Enjambement: versi 3-4/9-10-11/12-13
Perifrasi: verso 8 (la perifrasi allude al suicidio)
Enfasi : verso 14 (“lumi bei”)
Spunti per la riflessione
1) La frammentazione dell’io si nota attraverso le antitesi come rimembrar, aspettar, quinci e quindi.
2) Hanno funzione psicologica che si ricollegano all’io del poeta.
3) Parafrasi “Ulisse”: Nella mia giovinezza ho navigato lungo le coste della Dalmazia. Emergevano isolotti a fior d'onda, dove solo raramente qualche uccello sostava, per cacciare prede marine, coperti d'alghe, scivolosi, belli come smeraldi al sole. Quando l'alta marea e la notte li nascondevano, vele controvento cambiavano rotta, per fuggirne il pericolo. Oggi il mio regno è il mare. Il porto accende per altri le sue luci; mi spinge ancora al largo, il coraggioso spirito, e l'amore per la vita che apporta anche dolore.
Analisi: “Ulisse” di Umberto Saba parla del percorso compiuto dall’autore durante la propria vita. Egli, proprio come l'eroe greco Ulisse (che è richiamato nel titolo), ha dovuto superare molti ostacoli, ma dentro di se ha ancora il desiderio di conoscere. L’opera si divide in due parti: nella prima parte vi è una descrizione del paesaggio. Nella seconda parte si sposta l’attenzione sul significato metaforico del componimento cioè sul mondo interiore del poeta. La dimensione interiore si riflette sul paesaggio che diventa uno specchio del conflitto da cui è lacerato. L’amore e il dolore aiutano il poeta a conoscere se stesso. Il suo viaggio non è ancora terminato, come si capisce dai versi 11 e 12 (me al largo/ sospinge ancora il non domato spirito). Sono presenti molti enjambement, come "isolotti/ a fior d'onda" o "sole/ belli". Il componimento è costituito da una strofa di 13 versi endecasillabi .
Analisi “La vita fugge et non s’arresta una hora”: L’opera è stata composta tra il 1348 e il 1356 dopo la morte di Laura. Egli immagina la personificazione della morte e della vita. La morte di Laura lascia il poeta in uno stato di prostrazione in cui ricordare è angoscioso. Egli attraverso la metafora della navigazione vede la vita come una nave in tempesta. Da sottolineare è l’assoluto pessimismo che è presente nell’ultima terzina.

STEFANO CONTI
PARAFRASI
La vita fugge e non si ferma un istante e la morte la segue velocemente, e le cose presenti e passate mi creano affanno, e ancora quelle future;e il ricordare e l’aspettare mi angosciano, da una parte e dall’altra,in ogni modo,così che in verità, se non fosse che ho pietà di me stesso, sarei già tratto fuori da questa vita. Mi ritorna in mente quelle gioie che eventualmente provò il mio cuore infelice, e poi pensando al futuro vedo venti contrari al mio navigare; vedo nel porto della mia vita violenta tempesta, e ormai stanca la mia ragione, troncati alberi e cordami, privi di luce gli occhi belli di Laura che solevo guardare.
LE FUNZIONI SPAZIO-TEMPO: assumono le caratteristiche dell’eternità, ”Eterno presente”
STRUTTURE MORFOSINTATTICHE: dal punto di vista sintattico e lessicale troviamo versi con un lessico facile composti da periodi paratattici.
IL LINGUAGGIO POETICO: sonetto con rime (ABBA, ABBA, CDE, CDE). Metafore della navigazione (il “navigar”, i “venti”, il “porto”, il “nocchiere”, le “ arbore et sorte”) perifrasi del suicidio ( versi 6-8) anafora che apre i versi 11 e 12 (“ veggio … veggio”) l’iperbato “limi…spenti” enfasi vv 14 allitterazione (vv12-13) enjambement: versi (3-4), (9-10-11) e versi (13-14).
1) Il poeta ci descrive la frantumazione “ dell’io” attraverso la metafora della navigazione, i verbi passati e futuri che provocano al poeta sofferenza.
2) Va dal particolare (cioè la morte di Laura) all’universale, ritornando a pensare la sua situazione amorosa.
3) La metafora della nave rappresenta per il poeta il viaggio della vita, questa è difficile una volta perduti quei lumi che lo orientavano e quindi ora è incapace di pensare a una conclusione serena della vita. La metafora della nave si trova anche nella poesia di Umberto Saba “Ulisse” e questa rappresenta il percorso della sua vita. Il titolo richiama il personaggio omerico, che il poeta sceglie come esempio di coraggio. Così rinuncia alle luci del porto per continuare la navigazione e accettare le difficoltà della vita.

CONCETTA RUSSO

Funzioni spazio temporali
In questo sonetto Spazio e tempo assumono le caratteristiche dell’eternità, infatti viene usato l’eterno presente ( infatti oltre al presente vi è il futuro e il passato).
Strutture morfosintattiche
In questo testo compare la paratassi, con un linguaggio ricercato e nello stesso tempo di difficile comprensione.
Linguaggio poetico
Il sonetto “La vita fugge, et non s’arresta una hora” è composto da due quartine e due terzine con rime secondo lo schema ABBA, ABBA, CDE, CDE. Figure retoriche: Vi sono due metafore, una della guerra e l’altra della navigazione; perifrasi del suicidio (vv.6-8); anafora (vv.11-12); allitterazione (vv.12-13); anastrofe (vv.7-8); enfasi (v.14); iperbato (v.14); enjambement (vv.3-4; 9-10; 10-11;12-13).
Spunti per la riflessione
1 Il poeta descrive la frantumazione dell’io attraverso le immagini del passato e del futuro che gli creano affanno, attraverso i verbi rimembrare e aspettare.
2 Il tempo e lo spazio hanno una funzione psicologica. Petrarca dal particolare (Laura) passa all’universale(l’esistenza di tutti).
3 Per Umberto Saba la metafora della nave indica il percorso della sua vita, che nonostante ha superato molti ostacoli ha ancora il desiderio di conoscere cose nuove, mentre per Petrarca rappresenta il viaggio della vita nella sofferenza e non è in grado di pensar una conclusione serena alla vita.

YVONNE SGROIPARAFRASI:
la vita fugge e non si ferma un istante,
e la morte la segue a marce forzate,
e le cose del presente e del passato
mi creano affanno, e anche quelle del futuro;
da un lato mi angoscia il ricordo del passato,
dall’altro l’attesa del futuro, tanto che in verità,
io mi sarei già tratto fuori da questi pensieri
se non fosse per la pietà verso me stesso.
Mi tornano in mente quelle gioie che eventualmente
Provò il mio cuore addolorato;e poi, rivolgendomi al futuro,
vedo una tempesta che si abbatte sulla mia navigazione,
vedo tempesta persino nel porto, e vedo il mio timoniere
ormai stanco e troncati gli alberi della nave e le sartie,
e privi di luce gli occhi belli che ero solito ammirare.

TEMPI VERBALI
Vv 1-4: “fugge”(presente), “arresta”(presente), “vien”(pres), “danno”(pres).
Vv 5-8: “accora”(pres), “sarei”(cond).
Vv 9-11: “tornami”(pres), “ebbe”, “veggio”(pres).
Vv 12-14: “veggio”(pres), “mirar”(pass), “rotte”(pres).

LINGUAGGIO METRICO
Metrica sonetto con rime secondo lo schema ABBA,ABBA,CDE,CDE.
Allitterazioni: “et…et”.
Iperbato: “lumi”(v 14), “spenti”(v 14).
Anafora: veggio (vv. 11-12).
Metafore: v 4, vv 11-14.
Enfasi: “e i lumi bei…spenti”(v 14).
Antitesi: “rimembrare” e “aspettare”(v 5), “quinci” e “quindi” (v 6),
“le cose presenti…et le future”(vv 3-4).
:Anastrofi: “ò di me stesso pietate”(v 7), “di quei pensier fora” (v 8).


SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

1. Attraverso i verbi e le metafore ci viene descritta la frammentazione dell’ “io”.
2. La funzione temporale è una funzione simbolica che va dall’universale all’io.
3. Umberto Saba, per il desiderio di sapere, ha dovuto superare molti ostacoli. E così ci narra di Ulisse, un eroe costretto a superare molti ostacoli per conoscere. Lo stato interiore è riflesso nel paesaggio. Però mentre per Saba è specchio di dissidio, per Petrarca il porto è la salvezza.

MARY LEOTTA
L’argomento centrale di questo sonetto è la fuga del tempo .Ciò fa pensare al poeta ad una morte vicina, il ricordo del passato gli provoca angoscia e il suo futuro lo identifica con la morte. Vede la fine della sua vita come una violenta tempesta, ne deduciamo quindi che la morte rappresenta per Petrarca tutt’altro che un rifugio tranquillo.
STRUTTURE = troviamo versi composti per lo più da periodi dal punto di vista sintattico e lessicale, con un lessico di facile comprensione. LINGUAGGIO POETICO troviamo una struttura metrica molto usata dal Petrarca per le sue poesia appunto Il componimento è un sonetto, di endecasillabi legati da rime secondo lo schema ABBA-ABBA-CDE-CDE.Fa parte del Canzoniere formato da 366 rime, di cui 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali ed è un uno dei primi sonetti .La scomparsa della donna accennata negli ultimi versi fa togliere dalla mente del poeta la speranza,e in futuro non troverà più la speranza ma il nulla, la morte di Laura nel 1238 lascia il poeta in uno stato angoscioso.
PARAFRASI La vita scorre e non si ferma un istante, e la morte la segue a marce forzate, e le cose del presente e del passato mi creano affanno, e anche quelle del futuro; da un lato mi affligge il ricordo del passato, dall’altro l’attesa del futuro, tanto che in verità io mi sarei già tratto fuori da questi pensieri con la morte, se non fosse per la pietà verso me stesso. Mi tornano in mente quelle gioie che provò il mio cuore addolorato, e poi rivolgendomi al futuro, vedo una tempesta che si abbatte sulla mia navigazione; vedo tempesta persino nel porto, e vedo il mio timoniere ormai stanco,e troncati gli alberi della nave e le sartie, e privi di luce gli occhi belli che ero solito ammirare.
LE FUNZIONI SPAZIO-TEMPORALI Il tema del sonetto è il presente, ma il passato e il futuro convergono nell’eterno presente.LE FIGURE RETORICHE: METAFORE=le più importanti sono quelle del porto e della guerra;IPERBATO=figura grammaticale che si trova nel 14vv(spenti);ENFASI=14vv ; ANAFORE=(veggio) vv11,vv12LITTERAZONI;


ROSARIO BONACCORSI

Parafrasi
La vita fugge e non si ferma un' attimo, è la morte mi viene dietro molto velocemente, gi elementi del presente, del passato e del futuro mi tormentano;da un lato mi rattrista il ricordo del passato, dall'altro l'attesa del futuro, in verità io mi sarei tolto fuori, da queste frasi con la morte, se non fosse per la pietà verso me.
Mi tornano in mente quelle gioie che molto probabilmente ha provato il mio cuore ferito; e poi guardando il futuro vedo una tempesta che si abbatte sulla mia vita, vedo tempesta perfino nei porti e vedo il timoniere ormai senza forze; e tagliati gli elementi più importanti della mia flotta, e privi di speranza gli occhi meravigliosi di Laura che solitamente guardavo.

Funzioni spazio temporali:
In questo sonetto di Francesco Petrarca lo spazio e il tempo rappresentano l'eternità infatti viene usato nell'opera in prevalenza, come tempo verbale il presente.

Strutture Morfosintattiche
In quest'opera prevale la paratassi, il linguaggio e molto difficile da comprendere a causa di ciò.

Linguaggio poetico:
Il sonetto è costituito da due quartine e due terzine con rime alternate con lo schema ABBA;ABBA;CDE,CDE
Anafora:Vv 11-12(veggio)
Antitesi:Vv 2-3(le cose presenti et passate et future)
Perifrasi:Vv 8 con chiaro riferimento al suicidio
Enfasi:Vv 14-15 (bei lumi mei)
Enjambement:Vv 2-3 8-9 10-11 12-14

Spunti per la riflessione:
1)Il poeta Francesco Petrarca descrive la frammentazione dell' "io" utilizzando delle antitesi come ad es: "rimembrar", "quinci" e "quindi".
2)Lo spazio e il tempo ricoprono la funzione psicologica e sintattica.
3)Le due metafore che rappresentano la "navigazione" e il "porto" rappresenta per Francesco Petrarca la condizione transitoria dell'uomo sulla terra.
Secondo Umberto Saba rappresenta una transizione che viene evidenziata accettando la sfida che gli propone la vita.








domenica 22 marzo 2009

LABORATORIO DI SCRITTURA "SOLO ET PENSOSO I PIU' DESERTI CAMPI"





GIADA GIUFFRIDA


VERIFICA - ANALISI
Vv. 1/11- Il poeta stabilisce una corrispondenza diretta fra paesaggio e stato d’animo, tanto che l’uno diventa proiezione dell’altro. Il protagonista è “solo et pensoso” a causa del turbamento d’amore che lo allontana dalla condizione serena del saggio. Allora anche i campi attorno a lui appaiono “deserti”: la sua stessa solitudine si ripercuote nell’ambiente.
Vv. 12/14- Ma anche in questa solitudine, l’amore lo rincorre sempre.
Ciò ci fa notare il suo pessimismo e il suo pensiero amaro.

CAMPO SEMANTICO
-senso di inerzia e abbandono: solo, pensoso, deserti campi (v.1), passi tardi e lenti (v.2), gli occhi porto per fuggire (v.3), schermo (v.5), atti d’alegrezza spenti (v.7), avampi (v.8), monti et piagge (v.9), fuochi et selve sappian di che tempre (v.10), celata altrui (v.11).
-fuoco d’amore: gli occhi porto per fuggire (v.3), schermo (v.5), v.13-14.

TEMA
Già dall’analisi del testo emerge la figura dell’innamorato che vaga alla ricerca della solitudine, in un colloquio assorto col paesaggio. Il ritmo lento del suo passo, definito nei primi due versi, scandisce lo scorrere della sua meditazione.
Ripercorrendo le espressioni dedicate alla natura si può osservare come essa sia uno scenario vasto e indefinito, stilizzato in pochi tratti, tutto in funzione del personaggio “io”: da un lato fa risaltare la sua figura solitaria, dall’altro, umanizzandosi, fa eco ai suoi sentimenti.
FORMA
Il sonetto è uno degli esempi più perfetti di come la poesia di Petrarca componga l’espressione di sentimenti dolorosi in forme di perfetto equilibrio, ottenute grazie al ricorrere di schermi di ripetizione che creano coppie di elementi paralleli o antitetici, a vari livelli:
- dal punto di vista dalla sintassi, ciascuna strofa è occupata da un periodo diviso in due membri di pari lunghezza: così le quartine sono scandite in due coppie di versi, le terzine hanno una pausa a metà del verso centrale; ne consegue una distribuzione alternata di enjambements, ora più ora meno marcati;
- dal punto di vista ritmico, i primi due versi, assumono un ritmo lento e grave, che dà il tono a tutto il componimento; questo effetto è rafforzato dal ripetersi di due coppie di aggettivi in posizione iniziale e finale;
- altre figure di parallelismo sono disseminate nei versi.



ANTONELLA SALVA'

1-3
Al centro del sonetto vi è il motivo di solitudine. Non è la solitudine del De vita solitaria, propizia al raccoglimento intellettuale e all'elevazione spirituale, ma l'isolamento che deve salvare il poeta dalla vergogna di rivelare agli altri uomini il suo tormentato interiore,che si legge chiaramente nel suo aspetto mesto e malinconico. Il termine "schermo" v.5 è una spia significativa, che rimanda ai codici dell'amor cortese, e sopratutto alla Vita nuova, ma lo schermo non è costituito come in Dante da una terza persona, che sostituisca l'amata agli occhi della gente; qui non è l'onore della donna che deve essere salvato, bensi intimita del poeta.
Fuggendo gli uomini, egli stabilisce però un legame con la natura, che diviene come partecipe e confidente delle sue pene, muta testimone, più adatta degli uomini ad accogliere i suoi lamenti, senza turbare il suo bisogno di isolamento. Il paesaggio, come è consueto nel Petrarca, è privo di concretezza realistica e di urgenza fisica, materiale, ed è evocato con notazioni estremamente generiche o addirittura con serie di nudi sostantivi. La scena non si colloca in uno spazio preciso, ma è come fuori dello spazio e del tempo, collocata in una dimensione che è puramente interiore. Ma nel fuggire gli uomini il poeta non trova scampo dalle sue sofferenze: lo accompagna pur sempre il pensiero ossessivo d'amore. La solitudine è in realta colloquio assiduo con se stesso. La materia del componimento è dunque la sofferenza interiore che non conosce requie, il dissidio che non trova mai soluzione: una materia tormentata e dolorosa. Però come è consueto nella posia del Petrarca le dissonanze e le lacerazioni trovano una forma di purificazione e superamento nell'amornia equilibratrice della costruzione poetica: le chiare simmetrie e la fluiditàdel discorso ricompongono e placano ogni urto dissonante dei moti interiori.
2-solo, pensoso, deserti campi (v.1), passi tardi e lenti (v.2), gli occhi porto per fuggire (v.3), schermo (v.5), atti d’alegrezza spenti (v.7), avampi (v.8), monti et piagge (v.9), fuochi et selve sappian di che tempre (v.10), celata altrui (v.11).
-fuoco d’amore: gli occhi porto per fuggire (v.3), schermo (v.5), sia la mia vita, ch'è celata altrui, (v.13-14).
4- Nel sonetto la fluidità e l'armonia equilibratrice sono create in primo luogo dal'ampio diro dei periodo e della loro disposizione architettonicamente prporzionata. Le quartine sono divise simmetricamente in due coppie di versi. La simmetria ritorna anche nelle unità sintattiche minori. Al di là delle simmetrie architettoniche, l'elemento che determina la fluidità del movimento poetico è il ritmo. Rarissime sono le censure e le pause interne hai versi, e non vi sono enjambements di forte inarcatura: tutto ciò dà il senso di una impareggiabile scorrevolezza musicale. Nelle quartine vi sono due sole pause, ma si collocano a fine di verso, e valgono a separare i due membri composti di due versi ciascuno:"...lenti,/ e gli occhi...". La sospensione è comunque molto debole, poichè è segnata dalla virgola, e in entrambi i casi la congiunzione "e" perchè" funge da collegamento, facendo subito continare il discorso. Pause forti vi sono solo a fine di strofa, ma esse sono necessarie a fissare i termini delle clausole metriche.
Rarò è l'uso metaforico, coerentemente con il tono del componimento, che è come un colloquio piano e intimo.Se si eccettua l'obbligata personificazione dell'Amore, le metafore in tutto il sonetto sono solo due, "spenti" al v.7 e "avampi" al v.8.Ed anche esse sono legate dalla consueta legge binaria dell'antitesi, in quanto i due rispettivi campi sematici sono opposti. L'antitesi è messa ancora in rilievo dalla collocazione delle sue parole al termine del verso.


RICCARDO SPADARO

Vv.1-11.In questa sequenza viene evidenziata la relazione che Petrarca attribuisce tra lo stato d'animo ormai isolato e disperso e la natura che davanti ai suoi occhi appare deserta mentre l'io lirico del protagonista è "solo et pensoso"a causa del turbamento interiore provocato dall'amore.
Vv12-14.In questa sequenza invece vi si riscontra la persecuzione dell'amore che lo insegue nonostante lui cerchi di sfuggire ad esso.

CAMPO SEMANTICO
-senso di inerzia e abbandono: Solo e pensoso(Vv.1),a passi tardi e lenti(Vv.2),altro schermo non trovo(Vv.5),atti d'allegrezza spenti(Vv.7),com'io dentro avampi(Vv.8),deserti campi(Vv.11).
-lacerazione interiore:et fiumi et selve sappian di che tempre sia la mia vita(Vv.10),celata altrui(Vv.11),cercar non so(Vv.13).

ARGOMENTO
I temi trattati nel sonetto di Francesco Petrarca "Solo et Pensoso" sono contemporaneamente l 'armonia e la conflittualità che oppone tra il paesaggio e lo stato d'animo infatti l'io lirico è frammentato a causa del turbamento dell'amore che lo allontana dalla condizione serena in cui vi si trovava prima e nonostante il suo allontanarsi e isolarsi dal resto della società si accorge che l'amore lo insegue sempre trovandosi quindi non al di fuori ma dentro al suo animo.

STUTTURA MORFO-SINTATTICA

Petrarca per descrivere i suoi sentimenti dolorosi utilizza il sonetto rispettivamente diviso in due quartine e due terzine che vengono scandite e divise mediante congiunzioni come "et" e "perchè" e grazie anche a degli enjambement che separano alcuni elementi della natura come nel Vv.9(monti et piaggie/et fiumi et selve).

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

1-Nel sonetto la natura e l'anima si pongono in una corrispondenza diretta fino a diventare l'uno proiezione dell'altra.
2-I campi semantici domanti sono quelli che provocano un senso di inerzia e di abbandono nel poeta che hanno la funzione di esaltare i sentimenti del poeta stesso e quello della lacerazione interiore dell'amore dove viene evidenziata la persecuzione dell'amore in quei luoghi deserti dove lui si trova.
3-Il tempo e lo spazio assumono un significato psicologico infatti lui descrive il paesaggio come un campo deserto che viene quindi associato dal poeta al suo animo ormai solitario e isolato da ogni forma di vita.
4-La struttura sintattica dominante è il sonetto unito a vari elelmenti come enjambement e congiunzioni ("et","perchè")ed è stata scleta dal poeta per mettere in risalto le tensioni disgreganti dell'animo ovvero la frammentazione dell'io lirico a causa del turbamento dell'amore.

ROSARIO BONACCORSI

Vv.1-11:Il poeta forma un uguaglianza tra il paesaggio e il suo stato d'animo,tanto che il primo diventa simultaneo del secondo.Il protagonista e come dice anche il "testo dell'opera",Solo et Pensoso,a causa dell'amore che lo allontana dalla sua condizione normale.A causa di ciò anche i campi che lo circondano appaiono "deserti":la sua solitudine si espande anche nell'ambiente di cui è circondato.

Vv.12-14:Ma pure essendo solo l'amore lo insegue.Da questo deriva il pessimismo e il suo pensiero triste.

Campi Semantici:

Senso di inerzia e abbandono:"Solo,pensoso,deserti campi(v.1),passi tardi e lenti(v.2),gli occhi porto per fuggire(v.3),schermo(v.5),atti di allegrezza spenti(v.7),avampi(v.8),di che tempre(v.10),celata altrue (v.11)"

Tema:Gà dal testo emerge la figura dell'innamorato,che vaga senza una meta,ed apre un discorso con il paesaggio che lo circonda.Il ritmo lento del suo cammino messo in evidenza nei primi due versi,analizza la sua meditazione.Le espressioni che tracciano la natura formano uno scenario vasto e indefinito,sintetizzato in pochi passi tutto in funzione del "io" di Petrarca,che da una parte viene messo in evidenza la sua figura,dall'altro i suoi sentimenti.

Forma:Il sonetto è l'esempio lampante di come la poesia petrarchesca componga gli elementi che si riferiscono ai sentimenti attraverso certi equilibri ottenuti attraverso schemi ripetitivi che creano una serie di elementi paralleli o antitetici:

-Sotto l'aspetto sintattico,ogni strofa è catalogata in un "periodo" diviso in due componenti simili:le quartine sono scandite in due coppie di versi,le terzine hanno un momento di suspance nella fase centrale,da questo si forma enjambements,a tratti messo in evidenza in misura maggiore.Dal punto di vista ritmico,i due versi iniziali formano un escalation molto lenta che da il tono a tutto il componimento; questo aspetto viene messo in evidenza dalla ripetizioni di aggettivi nella parte iniziale e nella parte finale.Le altre figure che formano un parallelismo sono sparse tra i vari versi.

MARY PAFUMI
-L’argomento: Il sonetto parla di un uomo che è solo e pensieroso, a causa dell’amore che non lo fa vivere con serenità. Infatti tutto quello che gli sta attorno, appare spento, iniziando dal suo comportamento che è privo di allegria. Il sonetto è destinato a fissare i tratti di una condizione esistenziale, duratura e sfuggente.
-Sequenza 1-11 (Natura e anima)
il poeta va camminando lentamente, solo e pensieroso, evitando di prendere strade dove potrebbe incontrare qualcuno. Infatti dice che solo i fiumi, i monti e le piante possono capire il suo stato d’animo. In questi versi troviamo tanti aggettivi:solo, pensoso, deserti, nascoste, che ci fanno capire appunto il suo stato d’animo,il quale associa con la natura. È uno stato d’animo inquietante, spento,non per volere degli altri, ma è lui che non vede la solitudine come un qualcosa di negativo, perché lo porta a meditare e a capirsi con se stesso, quindi sceglie questa vita isolata.
-Sequenza 12-14 (L’amore non abbandona)
Nell’ultima terzina, il poeta dicendo che anche stando da solo, senza parlare con nessuno, l’amore gli viene sempre in mente, ci vuole far capire in un certo senso che non basta la solitudine per poter dimenticare.
-Campi semantici: v.1-v.2-v.5-v.7-v.8-v.9-v.10-

YVONNE SGROI

Vv 1-11 Viene stabilita una relazione tra paesaggio e lo stato d’animo, questo è dimostrato dal fatto che il
paesaggio diventa la proiezione dell’animo. Petrarca è “solo et pensoso” perché l’amore lo allontana dalla sua saggezza. Allora i luoghi intorno a lui diventano “deserti”.
Vv 12-14 nonostante la solitudine e le strade impervie, l’amore non lo abbandona mai.

CAMPO SEMANTICO

1. Senso d’inerzia e di abbandono: “solo et pensoso”, “deserti campi” (v. 1); “passi tardi e lenti”(v. 2);”avampi”(v.8).
2. Fuoco d’amore:”gli occhi porto per fuggire”(v.3);”schermo”(v.5)

TEMI
Dal testo emerge la figura di un innamorato che cerca la solitudine e un dialogo col paesaggio. La sua meditazione è marcata da “passi tardi e lenti”. Da un lato mette in risalto la figura solitaria dell’ “io”, dall’altro dà voce ai suoi sentimenti.


STRUTTURA
Petrarca usa due quartine e due terzine per esprimere ciò che prova. Ciò è marcato dalle congiunzioni “et” e “perché” e dagli enjambement presenti nel verso 9(“monti e piagge” e “et fiumi et selve”).


SPUNTI PER LA RIFLESSIONE
1. Nel testo, natura e anima vengono messe in relazione e la natura diventa proiezione dell’anima.
2. I campi semantici dominanti sono quelli che comportano il senso di inerzia e di abbandono, la loro funzione è quella di esaltare i sentimenti del poeta.
3. In questo sonetto il poeta descrive il paesaggio esattamente come il suo animo: “solo”.
4. La struttura sintattica dominante è il sonetto, gli enjambement e varie congiunzioni che mettono in risalto la frammentazione dell’animo la cui causa è l’amore.

SANDRO DEL POPOLOSalve prof,
ecco le mie risposte:

Funzioni spazio temporali:
Il tempo in questa poesia simboleggia il modificarsi della sua vita.Infatti egli mette in contrasto il passato,presente e futuro.In particolare egli rende il presente un punto d'accesso alle prospetive future.

Strutture morfosintattiche
Dal punto di vista sintattico e lessicale vi sono versi composti per lo più da periodi più complessi, con un lessico molto ricercato, ma allo stesso tempo di facile comprensione.Infatti vi sono termini più particolareggiati (riferita al campo semantico della marina) nell’ultima strofa.

Linguaggio poetico
La poesia è un sonetto.Le rime seguono lo schema ABBA-ABBA-CDE-CDE.I versi sono tutti endecasillabi come la maggior parte delle sue composizioni.
Le figure retoriche presenti sono: anastrofe e iperbati(Vv. 4;5-6;10;11;14),enjambement(Vv 3-4;9-10;10-11;12-13),
metafore(venti = eventi futuri; porto = vecchiaia; lumi = occhi di Laura).

Spunti per la riflessione:

1)Si nota attraverso la descrizione delle due antitesi(le cose presenti et le passate...et le future;rimembrare et l'aspettar m'accora,or quinci or quindi).Esse hanno il compito di intensificare il senso della sua riflessione.

2)Hanno una funzione simbolica e psicologica.Infatti egli partendo dall'universale arriva al suo "io" evidenziando la funzione accentratrice.In particolare il tempo è una costante della poetica petrarchesca,proprio perchè per lui, il quale combatte ogni giorno le lusinghe dell’accidia, è faticoso costatare che la sua vita continua senza che lui sappia gestirla.

3)Questa metafora è stata più volte utilizzata.La dimensione interiore si riflette sul paesaggio ma non allo stesso modo nelle due poesie.In Saba la poesia è la rivelazione della coscienza,mentre per Petrarca la poesia è la rivelazione delle lacerazioni d'amore.Inoltre tra i due poeti vi è una sostanziale differenza:Saba controlla meglio la sua vita ed è disposto ad accettare la sfida della vita,mentre,Petrarca è in qualche modo prigioniero della sua vita che scorre senza che lui riesca a comandarla.

MARCO SIRACUSANO
Vv 1-11Petrarca nei primi versi crea un collegamento tra il suo stato d’animo e il paesaggio. Frantumato per via dell’amore, va girando per campi ai suoi occhi ancora più deserti di quanto potrebbero apparire ad un altro uomo.
Vv 12-14 Tuttavia l’amore lo raggiunge e si presenta come una sorta di persecuzione, dato che il poeta tenta di sfuggirgli.
abbandono: solo, pensoso, deserti campi, passi tardi e lenti , gli occhi porto per fuggire, schermo, atti d’allegrezza spenti, avampi , monti et piagge , fuochi et selve sappian di che tempre , celata altrui.
Amore- lacerazione interiore: gli occhi porto per fuggire, schermo, et fiumi et selve sappian di che tempre sia la mia vita,celata altrui,cercar non so.
L’argomento principale della poesia, lo troviamo in un certo senso maggiormente nella prima sequenza, il conflitto che viene a crearsi nella mente del poeta si trova in armonia con il paesaggio che lo circonda, ecco perché lo spazio e il tempo ricoprono un’importante funzione. Lo spazio da l’idea di solitudine, che appunto fa rimanere il poeta solo e pensieroso, tutto questo in un tempo indefinito. Tutto questo fa immaginare Petrarca come se fosse fuori da una linea spazio-tempo. E anche trovandosi fuori da questa linea, viene comunque raggiunto dall’amore a cui tenta disperatamente di fuggire.
Nell’Ulisse di Umberto Saba è presente, comunemente ad altri componimenti della letteratura italiana. La metafora del porto e della nave. Il poeta appare ancora disposto a rinunciare alle luci del porto per dirigersi verso l’alto mare, accettando cosi le sfide della vita. Come la poesia di Petrarca, l’Ulisse appare diviso in due parti: nella prima troviamo una descrizione apparentemente fisica del territorio di cui si parla, apparentemente perché, gli isolotti rappresentano le insidie nascoste che rendono difficile la navigazione, a mio parere intesa come vita.
Nella seconda parte il significato si sposta sul mondo interiore del poeta, come il doloroso amore che appare nell’ultimo verso, che si infittisce per indicare il dolore provato dal poeta.
La dimensione interiore si riflette sul paesaggio, ma diversamente da quello petrarchesco, sembra solo un’imitazione.
In Saba le forze e il dolore, sono le cause che lo aiutano a conoscere se stesso.
Come l’Ulisse, la poesia di Petrarca appare divisa in due parti, separate da una pausa, nella prima parte prevale un ritmo scandito che crea un effetto di ansia.
La metafora della nave e del porto, comune ad entrambe le poesie,si collega al tema del viaggio inteso come vita, cioè il periodo di transizione dell’uomo sulla terra.
L’idea di Petrarca appare come un idea di naufragio, dell’uomo distrutto e mandato alla deriva dopo aver perso ogni speranza di sopravvivenza.









giovedì 19 marzo 2009

La vita fugge, et non s'arresta una hora



La vita fugge, et non s'arresta una hora,
et la morte vien dietro a gran giornate,
et le cose presenti et le passate
mi dànno guerra, et le future anchora;

e 'l rimembrare et l'aspettar m'accora,
or quinci or quindi, sì che 'n veritate,
se non ch'ì ò di me stesso pietate,
ì sarei già di questi penser'fòra.

Tornami avanti, s'alcun dolce mai
ebbe 'l cor tristo; et poi da l'altra parte
veggio al mio navigar turbati i vènti;

veggio fortuna in porto, et stanco omai
il mio nocchier, et rotte arbore et sarte,
e i lumi bei che mirar soglio, spenti.

L’ineluttabilità del tempo è una costante della poetica petrarchesca; per lui, che combatte ogni giorno le lusinghe dell’accidia, è tragico constatare che la sua vita va, fluttua distante, senza che lui sappia dirigerla.
Laura è morta(6 APRILE 1348)e con la morte dell'amata, le tematiche della labilità della vita e e del sentimento della morte si vanno radicalizzando.


La prima quartina è dedicata alla descrizione: chiamandosi fuori da sé, Petrarca immagina vita e morte personificate, l’una in fuga, l’altra militarmente in inseguimento a marce forzate (la metafora è tratta dalle strategie belliche romane che, in caso di spostamenti veloci, prevedevano l’abbandono i bagagli e vere e proprie corse quam maximis itineribus, in cui si mangiava ciò che il popolo, richiamato da un araldo, porgeva dai margini delle strade e si urinava continuando a camminare).
Tra i due elementi si pone il poeta, su cui convergono, in arme, il passato, il presente e il futuro.

La vita fugge, et non s’arresta una hora,
et la morte vien dietro a gran giornate,
et le cose presenti et le passate
mi dànno guerra, et le future anchora
;

La morte di Laura, togliendo spazio alle speranze, lascia il poeta in uno stato di prostrazione in cui ricordare e prospettare sono ugualmente angosciose. Una lunga perifrasi allude al suicidio, negato non appena balugina all’animo sofferente. Il tempo, pur così ostile, appartiene a Dio e non può disporne l’uomo. Del resto, la morte che “vien dietro” nella quartina precedente è non meno angosciosa della vita in fuga. Insomma, in un sonetto tutto antitetico, due prospettive, paura e desiderio del nulla, si elidono e si contraddicono a vicenda.

e ’l rimembrare et l’aspettar m’accora,
or quinci or quindi, sí che ’n veritate,
se non ch’i’ ò di me stesso pietate,
i’ sarei già di questi penser’ fòra.

Tutto viene rimesso in discussione, anzi imperiosamente il pensiero si concretizza davanti al poeta: sono stato mai felice? Il soggetto e l’oggetto sono invertiti fra loro e l’enfasi data all’avverbio “mai” in rima dimostra che altra risposta non c’è, se non quanto già affermato al v.5. Nell’abusata metafora della vita come nave su mari in tempesta, Petrarca identifica le forti repulsioni verso tutti i periodi della sua vita nei venti contrari che squassano la nave e la devastano in navigazione, cioè in vita, anziché condurla al porto agognato della morte fisica e dell’immortalità poetica.

Tornami avanti, s’alcun dolce mai
ebbe ’l cor tristo; et poi da l’altra parte
veggio al mio navigar turbati i vènti;

L’ultima terzina è apocalittica: il “veggio” in anafora, in allitterazione, per di più, con venti, regge stavolta una serie di complementi. La metafora si trasforma in allegoria, lo stazio individuale si fa quadro (e il riferimento a certe raffigurazioni pittoriche di tempesta mi pare sollecitato dall’enfasi concessa alla vista e alle “luci” ormai spente degli occhi di Laura).
Tutto è perduto, lo dimostra la variatio che lega i complementi fra loro in sintagmi sempre più ampi e sconquassati nell’ordine solito delle parole fino al bellissimo chiasmo dell’ultimo verso, esaltato dalla sospirosa allitterazione di s.

veggio fortuna in porto, et stanco omai
il mio nocchier, et rotte arbore et sarte,
e i lumi bei che mirar soglio, spenti
.

PARAFRASI

LE FUNZIONI SPAZIO-TEMPORALI

STRUTTURE MORFOSINTATTICHE

LINGUAGGIO POETICO

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

1.ATTRAVERSO QUALI IMMAGINI IL POETA CI DESCRIVE LA FRANTUMAZIONE DELL'"IO"?

2.QUALE FUNZIONE RICOPRONO IL TEMPO E LO SPAZIO?

3.LA METAFORA DELLA NAVE E DEL PORTO PER INDICARE L'ESISTENZA APPARTIENE

ALLA TRADIZIONE LETTERARIA ED E'PIU' VOLTE RIPRESA NEL CANZONIERE. DAL XIV

SEC.IN POI, AD AGIRE SULL'IMMAGINARIO DEGLI AUTORI SONO STATI ASPETTI CHE

APPARTENGONO ALLA SUA ELABORAZIONE.QUESTA E'L'IMPRESSIONE CHE SI RICAVA

PER ESEMPIO DINANZI ALLA POESIA "ULISSE" DI UMBERTO SABA.

Nella mia giovinezza ho navigato

lungo le coste dalmate. Isolotti

a fior d’onda emergevano, ove raro

un uccello sostava intento a prede,

coperti d’alghe, scivolosi, al sole

belli come smeraldi. Quando l’alta

marea e la notte li annullava, vele

sottovento sbandavano più al largo,

per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno

è quella terra di nessuno. Il porto

accende ad altri i suoi lumi; me al largo

sospinge ancora il non domato spirito,

e della vita il doloroso amore.

ANALISI E CONFRONTO



.

martedì 17 marzo 2009

SOLO ET PENSOSO



Di Francesco Petrarca

Solo e pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman l'arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti;
perché ne gli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi;

sì ch'io mi credo omai che monti e piagge
e fiumi e selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie né si selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co llui.

È, questo, uno dei più celebri sonetti del Canzoniere, non solo per la pacatezza e la lucidità con cui il Petrarca esprime il desiderio di solitudine e il tor­mento d'amore del suo animo sullo sfondo di una natura divenuta amica e con­fidente delle sue pene, ma anche per i due aggettivi iniziali, solo e pensoso, ormai divenuti inseparabili nelle citazioni, anche di persone di modesta cultura, per indicare un'analoga situazione di solitudine.

Solo e immerso nei miei pensieri, vado percorrendo a passi lentissimi, come se li volessi misurare, i luoghi più disabitati, e volgo attentamente gli occhi, per evitarli, verso quei luoghi dove l'orma del piede umano impronta (di sé) il terreno (cioè verso quei luoghi frequentati dalla gente).

Non trovo altro riparo che mi salvi dall'evidente accorgersi delle genti, perché, nei miei atteggiamenti privi di allegrezza, esteriormente si nota come io internamente arda [d'amore]; così che io credo ormai che (soltanto) monti e pianure e fiumi e boschi sap­piano di che genere sia la mia vita, che rimane nascosta (nella sua vera essenza) agli altri.

Tuttavia non riesco a trovare luoghi così difficili (da attraversare), né così selvaggi (disa­bitati), che Amore non venga sempre conversando con me, ed io con lui (in un reciproco scambio di sensazioni, di sogni, di illusioni e delusioni).

La personificazione di Amore, divenuto unico compagno inseparabile del poeta, indica che l'amore ha il dominio assoluto nel suo animo.


ANALISI DEL TESTO ( guidata dall'insegnante)


ARGOMENTO


PROGRESSIONE SEQUENZIALE


Possiamo dividere il testo in due sequenze, di cui la prima funge da premessa e la seconda da sviluppo.


Prima sequenza vv.1-11 Natura e Anima


Seconda sequenza vv.12-14


Analisi dei campi semantici(Indica con colori diversi)


I campi semantici presenti nella lirica riprendono pienamente l'itinerario interiore e si possono così esprimere:


.il senso di inerzia e di abbandono v. 1 Solo e pensoso,v.2...... ( continua)


.


Le funzioni spazio-temporali



Strutture morfosintattiche



Linguaggio poetico



SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

1.IN CHE RAPPORTO SI PONGONO NEL TESTO NATURA E ANIMA?

2.QUALI SONO I CAMPI SEMANTICI DOMINANTIE CHE FUNZIONE

RICOPRONO?


3.SIA IL TEMPO CHE LO SPAZIO ASSOLVONO UN SIGNIFICATO PSICOLOGICO:

CHIARISCI IN CHE MISURA IL POETA ESPLICHI TALE SIGNIFICATO.

'4. QUAL'E' LA STRUTTURA SINTATTICA DOMINANTE? PERCHE' E' STATA

SCELTA
DAL
POETA?