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venerdì 7 marzo 2008

Il percorso interiore: Renzo fugge verso l'Adda(Cap. XVII)


Nel suo cammino verso l'Adda, Renzo ripensa non solo agli eventi recenti di Milano, ma al suo rapporto con Lucia, con Agnese, con Padre Cristoforo.Queste tre figure rappresentano il mondo dei valori che guidano il giovane nella sua crescita morale e gli permettono di vincere le sue paure.
Immaginate un'avventura di viaggio in cui siete costretti dalla situazione a dover attraversare un grande fiume.I luoghi di riferimento e l'ambientazione geografica devono essere esatti, le situazioni descritte credibili, in modo da dare al racconto un taglio realistico.

MARCO SIRACUSANO

Un giorno io e i miei amici, decidemmo di fare una scampagnata, e cosi partimmo verso la montagna.
Il tempo non era dei migliori e c'era un forte vento.
Dopo circa mezz'ora che giravamo per i boschi, vidi in lontananza una strana pianta e mi avvicinai per vedere meglio. I miei amici non si accorsero di nulla e proseguirono. E fu così che mi persi. Provai a chiamare col cellulare ma non c'era linea. Quindi cercai di orientarmi e ritrovare la strada. Purtroppo sbagliai sentiero e dopo circa venti minuti di cammino arrivai ad un fiume.
A circa cinquecento metri dalla sponda opposta vidi delle macchine e pensai di chiedere a loro se avevano visto un gruppo di ragazzi passare da quelle parti.
Provai a gridare ma il rumore dell’acqua copriva del tutto la mia voce e di conseguenza fui costretto ad attraversare il fiume.
Mi arrotolai i pantaloni e mi levai le scarpe, in modo da lasciare qualcosa di asciutto.
La corrente era forte e a volte mi sentivo sprofondare i piedi tra la sabbia.
Non riuscì a proseguire e tornai a riva.
Seguendo la riva cercai un guado o qualcosa di simile...
Trovai un punto con in livello dell’acqua più basso e provai a passare ma invano, stesso problema iniziale.
Proseguì di nuovo e mentre mi allontanavo dal punto di partenza vidi una sequenza di pietre che arrivavano a metà tra me e la mia meta.
Provai a passare. All’ultimo masso non avevo appigli su cui poggiarmi e decisi di immergere un piede.
Era molto più profondo e molto più freddo. Ma a quel punto non potevo tornare indietro e continuai.
Camminavo a stento ma ero convinto di poter arrivare all’altra sponda.
Misi il piede di traverso e caddi in acqua.
Appena arrivai con la testa sott’acqua mi preoccupai per quello che avevo addosso. Ma quando vidi i pochi centimetri che c’erano tra me ed una pietra pensai alle conseguenze che potevano esserci se cedevo poco più avanti.
Con molta fatica mi rialzai e ricomincia la mia marcia.
Caddi di nuovo ma questa volta fu tutto più facile.
La distanza con l’altro lato sembrava immensa.
Qualche altro passo e sentì l’acqua diventare più calda e meno profonda.
Quando arrivai alle macchine chiesi aiuto alle persone li presenti.
Spiegai loro da dove venivo e mi accompagnarono…

Forse è un tantino esagerato ma fa parte di un libro che sto tentando di scrivere




comunque ne approfitto per salutarla e per augurarle una buona pasqua visto che domani non potrò venire a scuola per via della febbre.
Sera prof!
Marco

Ok Marco ! Ricambio gli auguri a te e famiglia anche per una pronta guarigione!
La prof
RICCARDO SPADARO

In un giorno dal cielo sereno mi diressi verso la città di Bologna per andare a trovare i miei più cari parenti.Quindi mentre stavo camminando su un viottolo pietroso incontrai una persona del luogo che mi spiegò una scorciatoia per arrivare prima, ma mi disse che mi dovevo inoltrare nel bosco lì accanto e attraversare il fiume Po,quindi lo salutai ringraziandolo e seguìi le sue istruzioni.Entrando nel bosco notai subito i vari tipi di alberi tra i quali si potevano riconoscere abeti,larici e noci le cui foglie aghiformi rispecchiavano la luce del sole creando effetti di luce meravigliosi che si proiettavano sulla terra che calpestavo.In giro per il bosco sentivo il fischiettio di alcuni uccelli che mi accompagnarono fino alla fine del tragitto dove sentìi lo scroscio del fiume Po.Quì cercai subito un modo per attraversarlo, ma non venendomi nessun idea in testa, mi sedetti sopra una roccia corrosa per la forte corrente del fiume e mi addormentai improvvisamente per l'estenuante cammino.Al mio risveglio mi ritrovai in una casa dove accanto al letto su cui sedevo, giaceva un piccolo braciere e un cane da caccia e più in fondo mi accorsi di un uomo seduto .Costui dall'apparente età dei sessanta aveva una folta barba,così, appena mi avvicinai lui si presentò e dicendomi di avermi trovato addormentato sulla riva del fiume di notte mi portò a casa sua perchè non sarei riuscito a sopravvivere alla rigida temperatura che regnava nel bosco di sera.Quindi parlammo,gli spiegai la mia situazione e lui mi rispose che mi avrebbe fatto oltrepassare il fiume il giorno seguente, visto che possedeva una barca.Così appena sorse il sole, partimmo per il fiume e ci imbarcammo , dopo una mezz'oretta raggiunsi la sponda opposta,quindi lo ringraziai per tutto ciò che aveva fatto per me e mi diressi verso Bologna con il sole che si rifletteva sul mio viso rassicurandomi che non mi avrebbe abbandonato fino alla fine del viaggio.
Saluti,

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Un giorno io e i miei amici, decidemmo di fare una scampagnata, e cosi partimmo verso la montagna.
Il tempo non era dei migliori e c'era un forte vento.
Dopo circa mezz'ora che giravamo per i boschi, vidi in lontananza una strana pianta e mi avvicinai per vedere meglio. I miei amici non si accorsero di nulla e proseguirono. E fu così che mi persi. Provai a chiamare col cellulare ma non c'era linea. Quindi cercai di orientarmi e ritrovare la strada. Purtroppo sbagliai sentiero e dopo circa venti minuti di cammino arrivai ad un fiume.
A circa cinquecento metri dalla sponda opposta vidi delle macchine e pensai di chiedere a loro se avevano visto un gruppo di ragazzi passare da quelle parti.
Provai a gridare ma il rumore dell’acqua copriva del tutto la mia voce e di conseguenza fui costretto ad attraversare il fiume.
Mi arrotolai i pantaloni e mi levai le scarpe, in modo da lasciare qualcosa di asciutto.
La corrente era forte e a volte mi sentivo sprofondare i piedi tra la sabbia.
Non riuscì a proseguire e tornai a riva.
Seguendo la riva cercai un guado o qualcosa di simile...
Trovai un punto con in livello dell’acqua più basso e provai a passare ma invano, stesso problema iniziale.
Proseguì di nuovo e mentre mi allontanavo dal punto di partenza vidi una sequenza di pietre che arrivavano a metà tra me e la mia meta.
Provai a passare. All’ultimo masso non avevo appigli su cui poggiarmi e decisi di immergere un piede.
Era molto più profondo e molto più freddo. Ma a quel punto non potevo tornare indietro e continuai.
Camminavo a stento ma ero convinto di poter arrivare all’altra sponda.
Misi il piede di traverso e caddi in acqua.
Appena arrivai con la testa sott’acqua mi preoccupai per quello che avevo addosso. Ma quando vidi i pochi centimetri che c’erano tra me ed una pietra pensai alle conseguenze che potevano esserci se cedevo poco più avanti.
Con molta fatica mi rialzai e ricomincia la mia marcia.
Caddi di nuovo ma questa volta fu tutto più facile.
La distanza con l’altro lato sembrava immensa.
Qualche altro passo e sentì l’acqua diventare più calda e meno profonda.
Quando arrivai alle macchine chiesi aiuto alle persone li presenti.
Spiegai loro da dove venivo e mi accompagnarono…

Forse è un tantino esagerato ma fa parte di un libro che sto tentando di scrivere :)


Marco

Anonimo ha detto...

comunque ne approvisto per salutarla e per augurarle una buona pasqua visto che domani non potrò venire a scuola per via della febbre.
Sera prof!
Marco

riccardo ha detto...

In un giorno dal cielo sereno mi diressi verso la città di Bologna per andare a trovare i miei più cari parenti.Quindi mentre stavo camminando su un viattolo pietroso incontrai una persona del luogo che mi spiegò una scorciatoia per arrivare prima ma mi disse che mi dovevo inoltrare nel bosco lì accanto e attraversare il fiume Po,quindi lo salutai ringraziandolo e seguì le sue istruzioni.Entrando nel bosco notai subito i vari tipi di alberi tra i quali si potevano riconoscere abeti,larici e noci le quali foglie aghiformi rispecchiavano la luce del sole creando effetti di luce meravigliosi che si proiettavano sulla terra che calpestavo.In giro per il bosco sentivo il fischiettio di alcuni uccelli che mi accompagnarono fino alla fine del tragitto dove sentì lo scroscio del fiume Po.Quì cercai subito un metodo per attraversarlo ma non venendomi nessun idea in testa mi sedetti sopra una roccia corrosa per la forte corrente del fiume e mi addormentai improvvisamente per la stancante camminata.Al mio risveglio mi ritrovai in una casa dove accanto al letto su cui sedevo giaceva un piccolo braciere e un cane da caccia e più in fondo mi accorsi ke c'era un uomo seduto su una sedia.Costui stava fumando un sigaro e appariva sui 60 anni e con una folta barba,così appena mi avvicinai a codesto si presentò e mi disse che avendomi trovato addormentato sulla riva del fiume di notte mi portò a casa sua perchè non sarei riuscito a sopravvivere alla rigida temperatura che regnava nel bosco di sera.Quindi parlammo e gli spiegai la mia situazione e lui mi rispose che mi avrebbe fatto oltrepassare il fiume il giorno seguente visto che possedeva una barca.Così appena sorse il sole partimmo per il fiume e ci imbarcammo e dopo una mezz'oretta raggiunsi la sponda opposta,quindi lo ringraziai per tutto ciò che avevva fatto per me e mi diressi verso Bologna con il sole che si rifletteva sul mio viso rassicurandomi che non mi avrebbe abbandonato fino alla fine del viaggio.
Saluti,
Riccardo Spadaro
2E